Roma, 4 mag. (askanews) – "Ho la grande preoccupazione che Putin non abbia fatto i conti con il fatto che gli ucraini avrebbero combattuto, perché è un idiota, avrebbe dovuto saperlo. Gli ucraini sono sempre stati, sempre, sempre, dappertutto, più coraggiosi dei russi, perché sono più semplici, perché sono contadini": così Wolf Biermann, tra i più grandi cantautori e poeti tedeschi e dissidente della Ddr (l’ex Germania comunista), dal palco del Goethe Institut a Roma, di nuovo in Italia 30 anni dopo la sua ultima tournée.
La serata – organizzata in collaborazione con la Rappresentanza della Konrad- Adenauer-Stiftung in Italia, il Canneto editore e l’Ambasciata della Repubblica Federale tedesca – è stata l’occasione per ripercorrere, accanto al germanista e filosofo Angelo Bolaffi, i ricordi della sua vita straordinaria e le note di alcune delle sue più belle canzoni, dopo l’uscita a luglio 2021 della sua autobiografia "In due dittature – Wolf Biermann", tradotta da Alberto Noceti (Il Canneto editore).
Biermann, nato ad Amburgo 85 anni fa, a 16 anni (nel 1953) si trasferisce nella Ddr, che considera la Germania migliore dopo che dieci anni prima, nel 1943, suo padre, militante ebreo e comunista della resistenza antinazista, veniva ucciso ad Auschwitz. A Berlino diventa allievo di regia teatrale al "Berliner Ensemble" di Bertolt Brecht iniziando il suo attivismo politico nel teatro, nella musica e nella poesia per poi divenire uno dei critici più schietti della dittatura del partito della Dddr, la Sed. Nel 1976 la Ddr lo espelle dal Paese, suscitando un coro internazionale di proteste.
"Se Putin va incontro a una sconfitta in questa guerra, soprattutto se gli Stati dell’Occidente inviano le armi necessarie, ciò potrebbe ovviamente portare alla vittoria della guerra da parte degli ucraini, ma tutti muoiono, la guerra è sempre così. Ma se la guerra viene persa, penso che ci sia il pericolo che lui prema il bottone rosso", si è interrogato.
"Ovviamente mi chiedo cosa avrebbe fatto Adolf Hitler, negli ultimi giorni della guerra".
"Chiaramente l’avrebbe tirata (l’atomica, ndr), al 100%. Putin, dal mio punto di vista, è il figlio legittimo del matrimonio tra Stalin e Hitler", ha aggiunto.
"Chi scopava chi non lo so. Ci sono numerose vignette dove Stalin viene ritratto come uomo e Hitler come donna e altre con Hitler uomo e Stalin donna. In ogni caso hanno generato un figlio. E questo bambino, questo feto è stato congelato durante il periodo della Guerra Fredda. E nel periodo di Breznev tirato nuovamente fuori e fatto nascere. Chi è il figlio di questa liaison dangereuse? Putin", ha concluso il provocatore Biermann.
Servizio di Stefania Cuccato
Montaggio Carlo Molinari
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