Bruxelles, 25 mag. (askanews) – Sono passati 20 anni da quando il Belgio fu uno dei primi paesi al mondo a legalizzare l’eutanasia. La pratica è ormai ben accolta nel mondo medico e tra la popolazione locale. Marc Decroly, 58 anni, è un medico di base che ha accompagnato alla fine centinaia di pazienti. Per lui è una "cura come le altre", una "cura definitiva".
"Questo è il kit per praticare l’eutanasia, abbiamo un catetere intravenoso flessibile, un modello che permette di portare goccia a goccia la soluzione Baxter. Tra i prodotti classici che sono un ipnotico potente, ora ce ne sono due, tra cui il Midazolam e il Thiopental, ed eventualmente un antidolorifico", ha spiegato in un’intervista a France Presse.
"Nei nostri dibattiti in Belgio, abbiamo diversi esponenti eminenti, in ogni caso degli universitari cattolici, che hanno preso posizione e che hanno manifestato l’idea che una legge può essere umana, anche se forse va contro alcune regole della Chiesa che non corrispondono forse più alla società di oggi", ha aggiunto.
Catherine Rombouts è invece una fotografa che ha lavorato sull’eutanasia di sua madre:
"Questa foto è stata scattata probabilmente tre ore prima che si sottoponesse all’eutanasia. Quello che è commuovente in ogni caso, in ogni caso ciò che mi commuove, è l’immagine che posso conservare di mamma, è un’immagine che è una bella immagine, che è un’immagine di una donna combattiva, che va verso il suo destino. Non è una vittima", ha sottolineato.
"Abbiamo assistito fino alla fine della vita mamma, eravamo tutti attorno a lei quando il medico ha praticato… Ha fatto l’iniezione letale. Era così calma, perché in un primo tempo si è addormentata e poi il cuore si è fermato, io non ho avvertito alcuna violenza. È probabilmente questo che ha fatto sì che noi siamo tutti sereni in merito all’eutanasia".
La richiesta di eutanasia deve essere "volontaria, valutata, ribadita", "senza pressioni esterne", secondo il testo della legge promulgata il 28 maggio 2002, che ha depenalizzato l’eutanasia due mesi dopo i Paesi Bassi. Il paziente deve soffrire di una patologia incurabile e mostrare una "sofferenza psichica e fisica costanti e insopportabili, che non possono essere calmate".
Nel 2021, in Belgio sono state dichiarate 2.700 eutanasie, il 2,4% del numero totale dei decessi in maggioranza su pazienti di età compresa tra i 60 e gli 89 anni, nell’84% dei casi il decesso era atteso a breve, secondo la commissione federale di controllo. 49 richiedenti erano non residenti, 40 francesi. Più della metà delle eutanasie sono avvenute presso il domicilio.
(IMMAGINI AFP)
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