Roma, 5 set. (askanews) – I cileni hanno votato ampiamente contro la nuova costituzione progressista che puntava a rimpiazzare quella del 1980, scritta sotto la dittatura del generale Augusto Pinochet. Il 62% circa (61,8%) degli elettori ha votato contro la nuova carta contro il 38,1% che ha votato a favore.
C’è stata una forte mobilitazione – 13 su 15,1 milioni di elettori aventi diritto – per votare sul documento elaborato nel corso di un anno da una assemblea costituente formata da 154 membri, per lo più indipendenti.
La campagna per la nuova costituzione ha dato atto della sconfitta e il presidente di sinistra, il 36enne Gabriel Boric, al potere da marzo 2022, ha convocato una riunione di maggioranza al Palazzo della Moneda e annunciato:
"Prometto di fare il possibile per costruire, insieme al Congresso e alla società civile, un nuovo percorso costituzionale che ci fornisca un testo che raccolga quanto appreso dal processo e riesca a interpretare i punti di vista della maggioranza dei cittadini", ha affermato il presidente in un intervento televisivo.
Nel 2020, in un primo plebiscito, circa l’80 per cento dei
votanti aveva approvato l’attivazione di un percorso di riforma
costituzionale. Ma la bozza di 380 articoli è risultata poco chiara agli elettori, nonostante tra gli obiettivi ci fossero il rafforzamento dei diritti dei gruppi indigeni e la legalizzazione dell’aborto.