Milano, 6 lug. (askanews) – I prodotti surgelati sono entrati a stabilmente e con vasto apprezzamento nelle abitudini di alimentari degli italiani: i consumi pro-capite sono arrivati a 16 chilogrammi l’anno, quelli complessivi hanno raggiunto quota 941.561 tonnellate.
Sono i numeri che emergono dal "Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati" di IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati – presentato nel corso di un incontro a Milano e che danno conto di un 2021 da classificare come "anno record". I consumi complessivi sono cresciuti di oltre il 5 per cento sul 2020; e in termini di valore il mercato si è attestato tra i tra i 4,6 e i 4,8 miliardi di euro, con un incremento del 5,3 per cento rispetto all’anno precedente.
"Il 2020 era stato un anno decisamente particolare – commenta Giorgio Donegani presidente IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati – e la grossa crescita che c’era stata nei consumi domestici di surgelati si poteva spiegare con una serie di contingenze, dal lockdown alla esigenza di avere cibi da conservare a lungo. Ma è stato anche un anno nel corso del quale il pubblico ha potuto testare la vera qualità di prodotti che fino a quel momento aveva considerato non primari. Di fatto nel 2021, quando ci sarebbe potuto aspettare un decremento delle performance eccezionali del 2020, c’è stata al contrario una ulteriore crescita. Vuol dire che effettivamente si è radicato un rapporto di grande fiducia tra i consumatori e i surgelati, per cui adesso questi prodotti sono entrati nella spesa quotidiana".
A spingere la performance del settore – come viene illustrato nel rapporto – non è stato solo l’incremento del "Retail" – che da solo pesa per il 66 per cento del fatturato complessivo e in crescita del 1,7 per cento – ma anche la forte ripresa del "Fuoricasa", che vale oltre il 23 per cento dell’intero mercato, e che dopo lo stop imposto dalle misure anticovid ha ripreso a correre, segnando un incremento del 19,6 per cento.
Una ripresa sostenuta certo dalla voglia collettiva e generica di tornare al ristorante dopo il lockdown imposto dal covid, ma anche proprio dalla nuova e accresciuta fiducia da parte del consumatore nei confronti del prodotto surgelato; fiducia che nelle scelte sui menù sta superando il pregiudizio, al ristorante, verso il surgelato.
"La diffidenza nei confronti del prodotto surgelato è sicuramente in calo – spiega Carlo Squeri, segretario Epam-Fipe Milano – Le tecniche di surgelazione e conservazione fanno sì che la qualità del prodotto non venga intaccata. Inoltre, riguardo la qualità complessiva,va ricordato che il prodotto surgelato porta sicuramente dei vantaggi in cucina in termini di sostenibilità sia economica che di conservazione delle derrate alimentari" .
"Il fatto che le persone abbiano avuto la possibilità di sperimentare la qualità dei prodotti surgelati in ambito domestico è una spinta forte a ricercare la stessa qualità anche al ristorante – aggiunge Donegani – Se io trovo una cosa che mi piace a casa, il massimo che posso desiderare è ricercarla anche al ristorante. Per cui speriamo che vengano superati i tanti pregiudizi che sono ormai soltato ideologici".
Per quanto riguarda infine la tipologia dei prodotti surgelati scelti dagli italiani, il rapporto indica che i vegetali confermano la propria leadership per volumi consumati nel Retail, pur con una lieve diminuzione rispetto al 2020 (-2%). Eccellente la performance di quelli preparati che segnano un +12,6 per cento; e buoni risultati anche per i prodotti ittici, con 113.300 tonnellate nel Retail (+2%), apprezzati per diverse caratteristiche: dalle certificazioni sulla provenienza, dalle garanzia dell’ecocompatibilità della pesca, dalla completezza informativa in etichetta, fino alla facilità di preparazione.