Bergamo, 17 mar. (askanews) – Era il 18 marzo del 2020 quando queste immagini facevano il giro del mondo, richiamando l’attenzione dell’opinione pubblica sul dramma che si stava consumando in Nord Italia a causa della pandemia di Covid-19.
A Bergamo c’erano così tanti morti che non si sapeva dove metterli e furono utilizzati i camion dell’Esercito per portare i feretri nei forni crematori fuori città.
A distanza di un anno, la commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato all’unanimità il "ddl Mulè", dando il via libera definitivo al riconoscimento del 18 marzo come "Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus", per ricordare tutte le persone decedute a causa della pandemia.
"Grazie al comune sentire dei partiti rappresentati in Parlamento – ha commentato Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa e primo firmatario del provvedimento – l Italia ricorderà ogni anno chi non ce l’ha fatta. Sarà un giorno simbolico per il Paese che attraverserà i confini del tempo e della memoria".
Il premier Mario Draghi ha scelto di recarsi proprio a Bergamo per rendere omaggio alle vittime italiane del Covid-19 a un anno esatto da quel drammatico evento che vide la Città dei mille al centro delle cronache mondiali.
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