Così la droga che producono finanzia la guerra e viene venduta in Usa e alle mafie mondiali e italiane
Non ha vinto l’islamismo, in queste ore, dopo oltre vent’anni di guerra. Ha vinto l’eroina. Errore è chiamarli miliziani islamisti: i talebani sono narcotrafficanti. Se si leggono i report dell’Unodc, l’ufficio droghe e crimine dell’Onu da almeno vent’anni, troverete sempre lo stesso dato: oltre il 90% dell’eroina mondiale è prodotta in Afghanistan. Questo significa che i talebani, insieme ai narcos sudamericani, sono i narcotrafficanti più potenti del mondo. Negli ultimi dieci anni hanno iniziato ad avere un ruolo importantissimo anche per l’hashish — producono non solo il fumo afgano, ma anche il charas — e la marijuana. Per quanto possa sembrarvi pretestuosa questa affermazione, di Afghanistan sentirete sempre parlare eludendo le dinamiche principali del conflitto, ignorando le fonti prime che finanziano la guerra, e spesso quindi vi sarete trovati a farvi un’idea su questa terra lontana sull’eterno conflitto mancando dell’elemento centrale: l’oppio. La guerra in Afghanistan è una . Prima delle scuole coraniche, dell’obbligo al burqa, prima delle spose bambine, prima, i talebani sono dei narcotrafficanti che portano un assoluto moralismo nel consumo delle droghe e nella coltivazione, che finsero di proibire nel 2001. Qui accade uno dei più gravi errori dell’amministrazione americana: nel 2002 il generale Franks, il primo a coordinare l’invasione in Afghanistan da parte delle truppe di terra americane, dichiarò: «Non siamo una task force antidroga. Questa non è la nostra missione». Il messaggio era rivolto ai signori dell’oppio, invitandoli a non stare con i talebani, dicendo che gli Stati Uniti avrebbero loro permesso la coltivazione. Lo stesso James Risen, nel 2009, scrisse sul New York Times un articolo dove segnalava che nella lista nera del Pentagono dei trafficanti di eroina da arrestare non venivano inseriti quelli che si erano schierati a favore delle truppe americane.
Le cose andranno male comunque, perché con la presenza militare americana gli affari dei contrabbandieri d’oppio che avevano bisogno di movimenti rapidi e veloci si vedono continuamente fermare, ispezionare, devono farsi autorizzare dai militari. I talebani invece riescono a ottenere rapidità di approvvigionamento e movimento, e non solo, iniziano a tassare il doppio i produttori che non lavorano per loro e a coltivare direttamente le proprie piantagioni. Non più quindi racket sulla coltivazione, ma diretta gestione del traffico. Questo l’avevano già iniziato a fare i mujaheddin, sostenuti dall’Occidente nella guerra contro i sovietici. I contadini non hanno alternativa: il Mullah Akhundzada, appena le truppe dell’Armata Rossa nel 1989 si ritirarono, capì che bisognava smettere di prendere il 10% come pizzo dai trafficanti di eroina, per essere direttamente loro, i guerriglieri di… ( di Roberto Saviano / CorriereTV ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/i-talebani-sono-nuovi-narcos-eroina-miliardi-geopolitica/8d708f36-ff7c-11eb-afac-f8935f82f718