Londra, 21 apr. (askanews) – I parlamentari britannici hanno deciso di aprire un’indagine per determinare se il primo ministro Boris Johnson abbia consapevolmente ingannato il Parlamento nelle sue giustificazioni sul cosiddetto "partygate".
"La domanda all’ordine del giorno è: i favorevoli dicano sì, i contrari dicano no. Penso che i sì abbiano vinto" ha detto Nigel Evans, vicepresidente della Camera dei Comuni.
Per consenso, senza nemmeno votare formalmente, i parlamentari hanno deciso di rivolgersi al "Comitato Privilegi", che a sua volta indagherà sullo scandalo relativo ai party organizzati a Downing Street nonostante il lockdown legato alla pandemia di Covid-19, in una procedura che potrebbe alla fine costringere Boris Johnson anche a dimettersi.
Il caso è in parte passato in secondo piano a causa della guerra in Ucraina, ma è stato ripreso la scorsa settimana quando Johnson è stato multato per aver violato le restrizioni anti-Covid mentre partecipava a un drink a sorpresa per il suo compleanno, diventando il primo capo del governo britannico sanzionato per aver infranto la legge.
Sull’aereo che lo portava in visita in India, Johnson ha ribadito di voler rimanere in carica fino alle prossime elezioni previste per il 2024. E ha ribadito in diverse interviste di non aver nulla da nascondere.