Milano, 21 apr. (askanews) – Una piena adozione di soluzioni di cloud computing da parte delle aziende italiane potrebbe comportare un aumento di fatturato fino a 600 miliardi di euro, di cui oltre la metà a beneficio di piccole e medie imprese. Attualmente, solo il 30% del campione analizzato adotta questo tipo di tecnologie, in particolare il cloud pubblico, con un’incidenza maggiore nelle classi di ricavi al di sopra dei 10 milioni di euro. E’ quanto emerso dal report "Una strategia cloud per un’Italia più competitiva e sicura" realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e presentato nel corso di un webinar organizzato in collaborazione con Open Gate Italia
"Il cloud è la porta d’ingresso per la trasfornmazione digitale" e porterà grandi benefici all’Italia, ha spiegato Stefano da Empoli, presidente di I-Com: "Perchè questi benefici possano concretizzarsi in Italia c’è bisogno di un mercato del cloud che sia al contempo aperto e competitivo, fuggendo da ogni tentazione protezionistica che puo limitare questi benefici considerevoli, attraverso soluzioni autartiche e non sufficentemente di mercato", ha sottolineato.
L’adozione del cloud computing, secondo lo studio, potrebbe generare negli apparati pubblici italiani un impatto fino a oltre 1 miliardo di risparmi l’anno, grazie a minori spese energetiche e maggiore produttività del personale. Il ministro dello Sviluppo economico e quello dell’Innovazione hanno ribadito che al 2026 almeno il 75% delle Pubbliche Amministrazioni dovrà utilizzare il Cloud per i propri dati e servizi.
Laura Rovizzi, AD di Open Gate Italia, ha individuato alcuni fattori necessari per raggiungere l’obiettivo: "Il primo, è la necessità che i fattori abilitanti rappresentati dalle reti a banda ultralarga e dalla capacità e le competenze digitali di imprese e cittadini siano assicurati. In secondo luogo c’è la necessità di disegnare un nuovo sistema di regolamentazione dei vari ambiti impattati da questo passggio al cloud computing. Tutto questo, è il terzo punto, senza perdere il livello di concorrenza".