
Tuttavia, precisa, “i provvedimenti all’esame dalla Camera possono essere ancora migliorati. Sembrano finalmente maturate le condizioni culturali perchè si possa rimuovere un vero vincolo allo sviluppo che affligge l’Italia dall’inizio del millennio, precisa il top manager, quando il Consiglio dell’Unione europea raccomandava limiti alle emissioni elettromagnetiche mutuati dalle linee guida internazionali mentre un DPCM li fissava arbitrariamente a un decimo (o un centesimo, secondo il parametro preso a riferimento) di quelli – spiega Hedberg -. Le implicazioni di questa differenza tra i limiti in vigore in Italia e quelli applicata in Germania o in Corea del Sud con cui competiamo sui mercati globali, spiega il Ceo, comprendono la necessaria ma difficile proliferazione di impianti della rete cellulare e quindi il rischio che la nuova rete 5G non sia all’altezza di quella in via di realizzazione in altri Paesi. Una nostra analisi del PNRR, aggiunge, individua 12 linee di investimento collegate alla tecnologia 5G per un totale di 44,5 miliardi di euro”.
“Abbiamo stimato che un quarto di questo importo, pari al 5% del totale dei fondi del PNRR, risulterebbe vanificato dalla mancata revisione dei limiti elettromagnetici. L’Unione europea – conclude Jeffrey Hedberg – ha reso possibile un finanziamento di entità epocale, il governo – con i ministri Cingolani, Colao e Giorgetti in prima linea – ha predisposto un piano articolato, organico e credibile di riforme e spesa, ora il Parlamento ha una straordinaria opportunità di porre rimedio a un vincolo ingiustificato da qualsiasi prospettiva tecnica, scientifica e sanitaria”.
(ITALPRESS).