ROMA (ITALPRESS) – “Bisogna partire dal fatto che ci sono contemporaneamente due fenomeni. Da un lato c’è il movimento reale, dove paure, teorie complottistiche e malessere sociale si mischiano e come sempre si confondono, caratterizzato da una certa spontaneità e dai meccanismi tipici della mobilitazione attraverso i social. Dall’altro, c’è una parte che tenta di essere un’avanguardia di matrice più tradizionalmente fascista, e che probabilmente è totalmente indifferente alle questioni del green pass, ma che prova, come ha provato nel corso di questi anni con i forconi, con le rivolte contro i campi rom e i campi dei migranti, a cavalcare questa situazione”. Lo afferma il ministro del Lavoro Andrea Orlando, in un’intervista al Corriere della Sera, in merito alle manifestazioni di sabato 9 ottobre e all’assalto alla sede della Cgil a Roma.
“Cioè, prova a utilizzare questo movimento per scagliarlo contro le istituzioni democratiche – prosegue Orlando -. Si tratta di un movimento consistente che trascina ed esaspera paure reali, quindi questa strategia rappresenta un salto di qualità nell’ambizione eversiva della destra neofascista”.
Per Orlando “bisognerebbe applicare le norme che esistono: siamo andati oltre la dimensione del reducismo folkloristico. La nuova strategia eversiva merita una reazione di carattere diverso rispetto a quella un pò accondiscendente che ha sottovalutato certi fenomeni apparentemente di reducismo grottesco. Adesso c’è un disegno che è oggettivamente e visibilmente pericoloso. Non escludo che oggi ci siano i presupposti per fare ciò che non si è fatto in passato, cioè, sciogliere quelle formazioni”.
(ITALPRESS).
“Cioè, prova a utilizzare questo movimento per scagliarlo contro le istituzioni democratiche – prosegue Orlando -. Si tratta di un movimento consistente che trascina ed esaspera paure reali, quindi questa strategia rappresenta un salto di qualità nell’ambizione eversiva della destra neofascista”.
Per Orlando “bisognerebbe applicare le norme che esistono: siamo andati oltre la dimensione del reducismo folkloristico. La nuova strategia eversiva merita una reazione di carattere diverso rispetto a quella un pò accondiscendente che ha sottovalutato certi fenomeni apparentemente di reducismo grottesco. Adesso c’è un disegno che è oggettivamente e visibilmente pericoloso. Non escludo che oggi ci siano i presupposti per fare ciò che non si è fatto in passato, cioè, sciogliere quelle formazioni”.
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