Negli ultimi periodi si è fatto un gran parlare del granchio blu, fino a qualche tempo fa quasi totalmente estraneo alle nostre coste, e, oggi, sempre più diffuso.
Originario della costa occidentale dell’Oceano Atlantico, questa specie è giunta nel Mediterraneo grazie ai serbatoi di acqua zavorra delle grosse navi, ed ha potuto diffondersi grazie all’innalzamento delle temperature medie, alla carenza di predatori naturali e all’abbondanza di cibo.
Lungo le nostre coste, la presenza del granchio blu è oggi considerata estremamente invasiva e nociva, sia dal punto di vista ambientale, sia economico.
Il dibattito nasce dal fatto che, essendo estremamente vorace, questo crostaceo è in grado di ridurre significativamente la densità di popolazione di altre creature marine. Ciò significa che può aggredire una parte dei prodotti della pesca e dell’ittiocoltura.
Attualmente, stanno risentendo della sua presenza soprattutto l’allevamento dei molluschi nelle valli, come quello della vongola, e la pesca nelle basse batimetriche, come quella alla spigola e all’orata.
Nel tentativo di limitare i danni, una parte degli acquacoltori e dei pescatori si è convertita al suo prelievo e commercializzazione, anche all’estero.
Dal punto di vista nutrizionale, il granchio blu è una ricca fonte di proteine di alta qualità, di minerali come selenio, calcio e fosforo, e di vitamine del gruppo B. Considerando l’impossibilità di debellarlo dai nostri mari, ed anche per necessità economica, dovremmo cercare di gestire la presenza di granchio blu come una nuova risorsa. Nelle sue aree di origine, infatti, questo prodotto della pesca è considerato una vera e propria prelibatezza.
La sua pulizia è abbastanza semplice. Basta eliminare l’addome, localizzato posteriormente, e, nella fessura creata, fare leva sul carapace con un piccolo coltello, rimuovendolo come fosse un coperchio; a questo punto, non rimane che togliere le branchie interne e lavare via le interiora. Per praticità, in base alla ricetta, è possibile tagliarlo in due.
Esistono numerosi modi per prepararlo. Per valorizzarne al massimo la delicatezza della carne, è consigliabile cucinarlo a vapore. Ma possiamo anche gratinarlo al forno con del pane profumato, grigliarlo e, soprattutto nella sua forma di moleca, cioè appena cambia il carapace, friggerlo intero.
Per gli amanti dell’intingolo, una volta cotto, il granchio blu può essere utilizzato per preparare la classica zuppa di pesce, un risotto o il sugo allo scoglio per la pasta.
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