Roma, 31 mar. (askanews) – L’aula del Senato ha approvato la questione di fiducia posta dal governo sul Decreto Ucraina con 214 voti a favore, 35 contrari e nessun astenuto. E lo ha fatto senza quell’odg di Fdi che avrebbe impegnato il nostro Paese ad aumentare le spese militari fino al 2% del Pil entro il 2024. L’assenza del relatore ha fatto infatti decadere gli emendamenti apportati dalle commissioni, mettendo fine a quel braccio di ferro tra Mario Draghi e il leader dei Cinquestelle Giuseppe Conte che aveva minacciato la stabilità del governo.
Una soluzione resa possibile anche dalla mediazione del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che il giorno prima ha parlato della possibilità di spostare al 2028, e non più al 2024, l’obiettivo dell’aumento delle spese militari.
Alla fine, in Senato, l’unico tra i Cinquestelle a votare no alla fiducia al governo sul decreto Ucraina è stato Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri, che rischia ora di essere espulso dal Movimento.
I no alla fiducia sono stati 35. Si è espresso contro, in dichiarazione di voto, il gruppo di Fratelli d’Italia secondo il quale con l’apposizione della fiducia a un decreto che, con "un iter normale avremmo votato come alla Camera", "il governo sconfessa se stesso". No anche dai senatori Elio Lannutti, Emanuele Dessì, Gianluigi Paragone, Bianca Laura Granato, tutti ex M5s ora nel Misto.
Ma come sta la maggioranza dopo il voto in Senato? Secondo il senatore Andrea Marcucci, da sempre critico riguardo all’alleanza con il M5s, "è molto preoccupante e molto grave che importanti cariche istituzionali del M5S abbiano votato contro il Dl Ucraina, come il Presidente della Commissione Esteri Petrocelli, o non abbiano partecipato al voto, come il Presidente della Commissione Bilancio, Pesco".
Infine hanno votato sì (senza sorprese) i due leader di partito Matteo Renzi, di Italia Viva, e Matteo Salvini, della Lega, che però erano assenti alla prima chiama sulla fiducia. In un post sui social il selfie di Renzi dall’aula di Palazzo Madama: "Ho appena votato la fiducia a Draghi sul Dl Ucraina. Si fa politica con le idee, non con i sondaggi".