Roma, 15 gen. (askanews) – Parola chiave di questa fase della crisi di governo aperta da Matteo Renzi è sicuramente "costruttori", non semplici "responsabili", perché quando martedì il presidente del Consiglio Giuseppe Conte interverrà al Senato per chiedere la fiducia, sarà il momento della conta dei senatori pronti a sostenerlo dopo lo strappo di Italia Viva e oltre Italia Viva.
"La situazione qual è? Il governo sta cercando rinforzi tra i responsabili, ovviamente qui ci sono le condizioni poste dal presidente della Repubblica, quindi non si può trattare di una maggioranza raccogliticcia fatta di singoli parlamentari che non si sa bene su quali basi decidono il governo. Si deve trattare, come peraltro concorda lo stesso Conte, di una nuova discussione delle basi parlamentari di questa maggioranza, quindi verosimilmente con il sostegno di gruppi veri e propri", ha spiegato Lorenzo De Sio Professore Political Science Luiss, in un’intervista con askanews.
Una caccia proiettata verso il 2023, anno in cui termina la legislatura, come rivela anche il nome della componente del gruppo Misto "Maie-Italia23", spazio del Movimento associativo italiani all’estero (Maie) nato al Senato per sostenere Conte in una prospettiva futura e mentre gira voce che l’"avvocato degli italiani" stia lavorando a una sua futura formazione politica. E nel più breve termine legata anche all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, con il mandato di Sergio Mattarella che scade nel febbraio 2022.
"Quindi chiaramente per un parlamentare che decida di abbracciare il progetto politico di Conte adesso, a due anni dalla fine della legislatura, è un’operazione che può avere senso se si colloca in un progetto più ampio, cioè a dire ‘io sono disposto ad abbracciare l’operazione politica del presidente del Consiglio’ però a garanzia che questo rappresenti un’operazione reale, una possibilità di lavorare a un progetto politico che non è soltanto una cosa di questo ultimo anno e mezzo".
Eppure in molti ancora non hanno capito fino in fondo gli obiettivi della rottura compiuta dal senatore fiorentino.
"Renzi si è anche avvitato in una disputa di tipo personale, in uno scontro con la figura del presidente del Consiglio e il risultato paradossale era che mentre avrebbe avuto consenso sul voler ridiscutere per esempio le modalità del Recovery Plan ha finito per ricompattare il Pd, per ricompattare il M5S. Il rischio concreto, vedremo come si concluderà questa crisi, è quello di mettersi davvero fuori dai giochi", ha sottolineato il docente.
"Sono sincero, io con amici e colleghi è da almeno un paio d’anni che di Renzi e Italia Viva parlo come di un Mastella 2.0 – ha rivelato, sottolineando però – Mastella è sempre stato molto razionale e puntava a ottenere i suoi obiettivi, quello che ha confuso Renzi è che ha puntato a un obiettivo troppo grosso, cioé offuscare la figura di Conte, spacchettare la maggioranza e questo era veramente segno forse di una valutazione non corretta".
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