Al via a Reggio Emilia il processo, in Corte di Assise, per l’omicidio di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa dopo essersi opposta ad un matrimonio combinato. Presenti in aula tre dei cinque imputati, e cioè i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, oltre allo zio Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto. Ad accusarlo è anche il fratellino della ragazza, ma per il difensore dell’uomo, Liborio Cataliotti, quanto raccontato agli inquirenti dal giovane non è credibile. “Lo dimostrano le registrazioni delle telecamere di sicurezza" spiega il legale. Ancora assenti i genitori: la madre è latitante in Pakistan, mentre il padre Shabbar è in carcere nella capitale del proprio Paese d’origine ma ancora in attesa di estradizione. Il presidente della Corte di Assise reggiana, Cristina Beretti, ha quindi chiesto che l’uomo possa assistere al processo almeno in videochiamata, stralciando quindi la sua posizione e fissando un’udienza con lui fra una settimana, il prossimo 17 febbraio. Al termine della prima giornata di processo, la stessa data è stata scelta anche per il rinvio ad una nuova udienza.
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