
“Sotto il primo profilo la tecnica legislativa porta ad una produzione normativa a getto continuo, a cascata e asistematica che determina una grave crisi di certezza del diritto – ha spiegato Cuva -, sia nel senso della scarsa chiarezza delle norme che della difficoltà di individuazione della disposizione applicabile al caso concreto, ambito nel quale l’avvocato specialista diviene la ‘Guidà indispensabile del contribuente per uscire da un labirinto fiscale nel quale altrimenti resterebbe prigioniero”.
“Sull’altro fronte, quello processuale – ha aggiunto – l’attuale sistema di tutela affidato alle Commissioni tributarie presenta delle criticità a tutti note e ampiamente condivise dagli operatori del settore, criticità di recente richiamate dallo stesso Primo presidente della Suprema Corte di cassazione, Pietro Curzio, in merito alla necessità che la giustizia tributaria (da più parti definita come figlia di un ‘Dio minorè) sia sorretta da giudici a tempo pieno, al fine di accrescere la qualità dei provvedimenti e ridurre il numero dei ricorsi e in generale di assicurare una equa attuazione delle disposizioni fiscali”.
“In attesa che il necessario e non più rinviabile processo di riforma del sistema tributario si avvii e arrivi a traguardi apprezzabili – ha concluso il vicepresidente Uncat -, il che evidentemente si colloca in una prospettiva di medio o lungo periodo (non sono credibili le ipotesi di riforma da realizzare in pochi mesi…), il ruolo dell’avvocato tributarista, che in quest’ottica assume anche una sorta di carattere di supplenza rispetto alle carenze di sistema evidenziate e, per certi versi, anche una funzione di ‘curà rispetto ad una sistema afflitto da una cronica e grave patologia, risulta sempre più importante e delicato e per questo necessita di una particolare professionalità e specializzazione che sono strettamente connesse ad una adeguata formazione”.
(ITALPRESS).