Roma, 21 lug. (askanews) – Sta crescendo il fronte dei sostenitori dei referendum sulla Giustizia promossi da Lega e Radicali. E si sta allargando con forza anche a sinistra. Dopo le adesioni di esponenti Pd, secondo fonti della Lega avrebbero firmato Gianni Pittella e Goffredo Bettini, al banchetto dei Radicali a Largo Argentina è arrivato anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Ad annotare gli estremi del documento del senatore fiorentino il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti, a lungo esponente dei Radicali prima del successivo approdo nel Pd.
Così Renzi ha spiegato la sua decisione di sostenere l’iniziativa: "Io ho firmato per i referendum dai Radicali perché quando si parla di referendum sulla giustizia e si ricorda l’impegno dei Radicali il primo nome che viene in mente è quello di Enzo Tortora, che in nome della battaglia per la giustizia giusta ha sacrificato parte della sua vita, visto tutto ciò che gli è accaduto".
Secondo Renzi la decisione di sottoporre a referendum diversi aspetti decisivi del funzionamento della macchina della giustizia italiana rappresenta "l’unica vera forma di pressione sul Parlamento per fare una legge ulteriore rispetto alla legge Cartabia che vada nella direzione della giustizia giusta. Dunque uno straordinario strumento di pressione perché il Parlamento faccia la propria parte".
Sono 6 i quesiti che Lega e Radicali vogliono portare in cabina elettorale: riforma del Csm, responsabilità diretta dei magistrati, equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere, limiti agli abusi della custodia cautelare e abolizione del decreto Severino. La raccolta delle firme, ne servono almeno 500mila per ogni quesito, proseguirà fino a settembre.