Il gusto di recitare senza freni nel ruolo di un giornalista di nera, single e un po’ Peter Pan ("tutto quello che io non sono"). La necessità di raccontare una mafia non stereotipata e il bisogno di tutelare i diritti dei più deboli. La voglia di promuovere la pace ("tutto è Chiesa") e un "confrono gentile" contro l’odio e le parole di violenza ideologiche. Il rapporto con la moglie Eleonora ("ci siamo innamorati al primo sguardo"), ma anche con un padre perduto troppo presto. Giuseppe detto Beppe Fiorello in studio con Giulia Santerini racconta la sua ultima avventura accanto a Paolo Briguglia, la fiction in 4 puntate I fratelli Corsaro diretta da Francesco Miccicché e prodotta da Camfilm che ha già vinto il prime time (in onda per 4 mercoledì su Canale 5 e poi on demand su Infinity). Ma anche i suoi inizi, l’adolescenza ad Agusta, da studente bloccato timidissimo e lasciaro ai margini ("mi ha salvato scrivere un pezzo teatrale"). L’esordio grazie a un incontro con Niccolò Ammanniti. Era solo l’inizio di una lunghissima storia d’attore per il cinema ("avrei voluto mi chiamassero di più") e la tv dove ha incarnato personaggi come Paolo Borsellino e Mimmo Lucano ("spero che vada in onda presto"). Interpretazioni che con le produzioni di opere come L’angelo di Sarajevo e I fantasmi di Portopalo gli hanno valso una laurea honoris causa in editoria e giornalismo. Davanti a sé vede la regia (con l’esordio in Stranizza d’amuri nel 2023 ha meritato grandi premi). Dietro di sé un paio di occasioni (volutamente) mancate a Sanremo, anche in coppia con il fratello Rosario.