Roma, 15 apr. (askanews) – Almeno 152 palestinesi e tre agenti della polizia israeliana sono rimasti feriti negli scontri scoppiati sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, nel complesso della moschea di Al-Aqsa, mentre le feste ebraiche e cristiane si sovrappongono al Ramadan. Le violenze sono andate avanti per ore, la polizia poi ha concesso ai fedeli di partecipare alla preghiera di mezzogiorno. Circa 300 le persone arrestate.
"Questa repressione e barbarie viene commessa dall’occupazione per reprimere il nostro popolo e svuotare la moschea di Al-Aqsa", ha detto Omar al-Kiswani, direttore della moschea.
"L’occupazione sa che la moschea di Al Aqsa è una linea rossa che non deve essere superata. Per questa moschea sacrifichiamo i nostri cuori e il nostro sangue. E condanniamo questo gesto a nome del nostro popolo e di tutti i presenti alla moschea".
Testimoni hanno detto che i manifestanti palestinesi hanno lanciato pietre contro le forze di sicurezza israeliane, che hanno sparato proiettili di gomma e granate. Al-Aqsa è il terzo sito più sacro per l’Islam.
Gli scontri arrivano dopo tre settimane di violenze in Israele e Cisgiordania e quattro attacchi che hanno colpito per lo più civili: dal 22 marzo sono rimaste uccise 14 persone, 21 i palestinesi morti compresi gli assalitori.