Roma, 26 nov. (askanews) – Il 44% delle donne, contro il 10% degli uomini, si sente penalizzato nei processi di progressione della carriera; solo 1 donna su 3 ricopre un ruolo apicale. Sia gli uomini (40%) che le donne (33%) ricercano il difficile equilibrio tra vita privata e professionale, a prescindere dalla presenza o meno di figli. E a causa della pandemia da Covid-19, 1 donna su 2 ha rimesso in discussione la propria carriera di medico. Anche se la medicina si fa sempre più rosa, continua ad esserci una disparità di genere tra i professionisti sanitari in termini di opportunità di carriera, di trattamento ricevuto sul luogo di lavoro e di credibilità agli occhi dei pazienti.
Sono questi i dati allarmanti emersi dalla ricerca condotta da Univadis Medscape Italia – il portale di informazione per i professionisti della salute con notizie, strumenti, aggiornamenti e formazione continua per la classe medica – che ha indagato a che punto siamo nel nostro Paese in tema di gender equity in medicina.
Dal sondaggio condotto online su 1.779 intervistati (di cui 999 maschi e 780 femmine) è emerso che la progressione della carriera riscuote un interesse paragonabile tra i due sessi. Nonostante ciò, il genere sembra giocare un ruolo importante. Solo 1 donna su 3 ricopre un ruolo apicale.
"Il 44% delle donne medico in Italia – spiega Daniela Ovadia, Coordinatore Editoriale Univadis Medscape Italia e autrice della ricerca – si sente penalizzata contro il 10% degli uomini; penalizzata su vari piani: quello economico, anche se è meno sentito rispetto agli altri paesi europei, ma certamente tutto quello che è integrativo dall’attività privata alla carriera è più difficile per le donne medico".
Ma in cima alle preoccupazioni dei medici italiani, a prescindere dal genere, c’è la ricerca di un difficile equilibrio volto a conciliare vita privata e professionale – indicata dal 40% dei maschi intervistati e dal 33% delle femmine, con una differenza modesta tra chi ha figli e chi non ne ha.
"I risultati raccolti – prosegue – dimostrano che il fatto di fare una professione così faticosa e coinvolgente non le esime nè dalle attività familiari, nè dalla gestione del tempo emergenziale, in famiglia, figli, genitori anziani. Cambiamenti concreti per le donne medico in Italia dipendono solo in piccola parte da aspetti istituzionali, come emerge dalla nostra indagine. Proprio perché in Italia le donne medico rientrano sul piano lavorativo nel Ssn o nell’Università quindi non sono penalizzate sul piano delle retribuzioni. Le maggiori difficoltà sono sul piano culturale".
Per visiorare l’interno Report Univadis Medscape: medscape.com/it-gender-gap-in-medicina-2021.