Roma, 8 ago. (askanews) – È entrato in vigore alle 23.30 di domanica 7 agosto il cessate il fuoco tra Israele e Jihad islamica palestinese, grazie alla mediazione dell’Egitto, per arginare i peggiori combattimenti a Gaza da quando, nel 2021 una guerra di 11 giorni devastò il territorio costiero palestinese.
Tre giorni di conflitto con una pioggia di razzi da entrambe le parti che, secondo il ministero della Sanità di Gaza, hanno provocato la morte di 44 persone tra cui 15 bambini.
Nonostante i numerosi attacchi fino a pochi minuti dalla tregua, nessuna delle due parti ha segnalato violazioni importanti dell’accordo. Riaperti i valichi di frontieri, festa nella Striscia di Gaza appena entrata in vigore la tregua. "Spero che questa volta regga la tregua, questo è quello che penso. Non ci fidiamo di loro, promettono, promettono, ma poi attaccano sempre di nuovo", dice David Shitrit, residente a Ashkelon, Israele.
E Keren, di Tel Aviv, aggiunge: "No, la tregua non cambierà nulla. Siamo già bloccati in questi cicli da 15 anni. Non cambierà ora. Succederà di nuovo tra un anno o due, quindi non mi sento al sicuro. Speriamo solo di avere un po’ di tranquillità per un po’".
L’ufficio del Primo Ministro israeliano Yair Lapid ha ringraziato "l’Egitto per gli sforzi compiuti" per l’accordo sulla tregua, ma ha affermato che "se il cessate il fuoco verrà violato", Israele "mantiene il diritto di rispondere con forza". Anche la Jihad islamica ha fatto sapere che "si riserva il diritto di rispondere" a qualsiasi aggressione.
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