TORINO (ITALPRESS) – Le infrastrutture sono tornate al centro del dibattito economico e politico globale, condizionando l’andamento dell’economia globale. Sia come arma di ricatto nei conflitti armati, basti citare il caso dei gasdotti dalla Russia verso l’Europa o il ponte abbattuto verso la Crimea. Sia come luogo di passaggio delle merci, la portacontainer bloccata ad inizio 2021 nel canale di Suez ha fatto impennare i costi dei noli per mesi. Ecco perchè in vista del G20 di Bali del 15 e 16 novembre, sono stati organizzati tre seminari preparatori tra i rappresentanti delle potenze economiche sul tema delle infrastrutture e sulla loro sostenibilità economica. L’ultimo si svolge tra il 2 e il 3 novembre a Torino, sponsorizzato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
Si tratta di un’iniziativa congiunta che riunisce il T20, i think tank collegati al G20, il D20, il club internazionale degli investitori di lungo periodo, e il B20, il forum globale di dialogo della comunità imprenditoriale. Il tema è “Sbloccare il potere della cooperazione multilaterale per il finanziamento e la fornitura di infrastrutture sostenibili” e segue quello del 17 febbraio dedicato al tema infrastrutture post-pandemia e beni pubblici globali e un secondo incontro del 24 maggio che ha valutato come stilare una tabella di marcia multilaterale per il finanziamento di progetti infrastrutturali sostenibili ad alto impatto.
“Nel G20 sono presenti Paesi con andamenti economici molto diversi, è un mix molto interessante. Nei Paesi più evoluti serve un aggiornamento e ricalibratura delle infrastrutture esistenti, in quelli emergenti in alcuni casi va costruito quasi tutto. Oltre alle infrastrutture materiali, ci sono anche quelle sociali, cui è collegato un tema centrale quale la rigenerazione umana”, ha dichiarato Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, aprendo i lavori. “Per quanto riguarda poi le infrastrutture energetiche, dai gasdotti alle reti elettriche il panorama cambierà rapidamente, con l’arrivo delle rinnovabili – ha proseguito – servirà una sempre maggiore integrazione tra rete di potenza e intelligenza, con fonti di energia diverse che si integreranno nella fornitura, basti pensare al blend gas-idrogeno, nei gasdotti, o alle reti di accumulo di energia dalle rinnovabili. Sempre di più vedremo comunità energetiche complesse, prevedo grandissimi sviluppi e investimenti, e anche spostamenti nella geografia dei Paesi produttori, ma anche a livello micro avremo sempre più pro-sumer, piccoli nuclei di persone che saranno produttori e consumatori. E’ tempo di programmare”.
Nel corso dell’incontro del G20 che si svolge a Torino, si è discusso anche dei rischi di una recessione economica globale, che richiede un dialogo e una cooperazione multilaterali duraturi per investire in una giusta transizione energetica e raggiungere una riduzione delle emissioni. La presidenza indonesiana del G20 ha sottolineato il ruolo della finanza sostenibile, basandosi anche sui risultati della presidenza italiana del G20 nel 2021. In questo contesto gli investimenti infrastrutturali rappresentano una potente leva di trasformazione, la navigazione tra crisi economiche, sociali, ambientali e geopolitiche sovrapposte richiede una nuova bussola, per cui il continuo sviluppo dell’urbanizzazione richiede anche meccanismi di governance multilivello migliorati per soddisfare il cambiamento del sistema. Servono infatti soluzioni politiche per superare l’attuale blocco dei divari di finanziamento delle infrastrutture sistemiche. Nel corso della tavola rotonda dedicata a “Infrastrutture e meccanismi di transizione energetica giusta: attivare gli investimenti privati e sfruttare le opportunità digitali” è intervenuta anche Carla Patrizia Ferrari, cfo della Fondazione Compagnia di San Paolo, che sottolineato come “le infrastrutture rappresentano un asset class di crescente interesse per gli investitori istituzionali come le fondazioni di origine bancaria. E’ stato dimostrato che i sistemi infrastrutturali influenzano il raggiungimento di tutti gli SDG, fino al 92% degli obiettivi, quindi, questi investimenti sono fondamentali per raggiungere uno sviluppo sostenibile, consentire una buona innovazione e generare impatto”. Tra gli interventi quelli di Enrico Giovannini, ex ministro delle Infrastrutture, Giovanni Gorno Tempini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, e Sri Mulyani Indrawati, ministro delle Finanze indonesiano.
Si tratta di un’iniziativa congiunta che riunisce il T20, i think tank collegati al G20, il D20, il club internazionale degli investitori di lungo periodo, e il B20, il forum globale di dialogo della comunità imprenditoriale. Il tema è “Sbloccare il potere della cooperazione multilaterale per il finanziamento e la fornitura di infrastrutture sostenibili” e segue quello del 17 febbraio dedicato al tema infrastrutture post-pandemia e beni pubblici globali e un secondo incontro del 24 maggio che ha valutato come stilare una tabella di marcia multilaterale per il finanziamento di progetti infrastrutturali sostenibili ad alto impatto.
“Nel G20 sono presenti Paesi con andamenti economici molto diversi, è un mix molto interessante. Nei Paesi più evoluti serve un aggiornamento e ricalibratura delle infrastrutture esistenti, in quelli emergenti in alcuni casi va costruito quasi tutto. Oltre alle infrastrutture materiali, ci sono anche quelle sociali, cui è collegato un tema centrale quale la rigenerazione umana”, ha dichiarato Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo, aprendo i lavori. “Per quanto riguarda poi le infrastrutture energetiche, dai gasdotti alle reti elettriche il panorama cambierà rapidamente, con l’arrivo delle rinnovabili – ha proseguito – servirà una sempre maggiore integrazione tra rete di potenza e intelligenza, con fonti di energia diverse che si integreranno nella fornitura, basti pensare al blend gas-idrogeno, nei gasdotti, o alle reti di accumulo di energia dalle rinnovabili. Sempre di più vedremo comunità energetiche complesse, prevedo grandissimi sviluppi e investimenti, e anche spostamenti nella geografia dei Paesi produttori, ma anche a livello micro avremo sempre più pro-sumer, piccoli nuclei di persone che saranno produttori e consumatori. E’ tempo di programmare”.
Nel corso dell’incontro del G20 che si svolge a Torino, si è discusso anche dei rischi di una recessione economica globale, che richiede un dialogo e una cooperazione multilaterali duraturi per investire in una giusta transizione energetica e raggiungere una riduzione delle emissioni. La presidenza indonesiana del G20 ha sottolineato il ruolo della finanza sostenibile, basandosi anche sui risultati della presidenza italiana del G20 nel 2021. In questo contesto gli investimenti infrastrutturali rappresentano una potente leva di trasformazione, la navigazione tra crisi economiche, sociali, ambientali e geopolitiche sovrapposte richiede una nuova bussola, per cui il continuo sviluppo dell’urbanizzazione richiede anche meccanismi di governance multilivello migliorati per soddisfare il cambiamento del sistema. Servono infatti soluzioni politiche per superare l’attuale blocco dei divari di finanziamento delle infrastrutture sistemiche. Nel corso della tavola rotonda dedicata a “Infrastrutture e meccanismi di transizione energetica giusta: attivare gli investimenti privati e sfruttare le opportunità digitali” è intervenuta anche Carla Patrizia Ferrari, cfo della Fondazione Compagnia di San Paolo, che sottolineato come “le infrastrutture rappresentano un asset class di crescente interesse per gli investitori istituzionali come le fondazioni di origine bancaria. E’ stato dimostrato che i sistemi infrastrutturali influenzano il raggiungimento di tutti gli SDG, fino al 92% degli obiettivi, quindi, questi investimenti sono fondamentali per raggiungere uno sviluppo sostenibile, consentire una buona innovazione e generare impatto”. Tra gli interventi quelli di Enrico Giovannini, ex ministro delle Infrastrutture, Giovanni Gorno Tempini, presidente della Cassa Depositi e Prestiti, e Sri Mulyani Indrawati, ministro delle Finanze indonesiano.
– foto xb4/Italpress –
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