Milano, 21 lug. (askanews) – La scultura rinascimentale alla ricerca dei "moti dell’anima", in un periodo tra il 1400 e il 1500 che ha segnato la storia dell’arte europea. Al Castello Sforzesco di Milano ha aperto la mostra, promossa e prodotta dal Comune insieme al Museo del Louvre di Parigi e realizzata con Civita Mostre e musei, "Il corpo e l’anima da Donatello a Michelangelo". Esposizione affascinate, allestita con grande attenzione all’illuminazione e ai colori degli spazi, che racconta gli anni cruciali che hanno portato alla "Pietà Rondanini", il testamento artistico di Michelangelo, che proprio nel Castello milanese è conservata.
A curare la mostra il conservatore del Louvre Marc Bormand, con Beatrice Paolozzi Strozzi, ex direttrice del museo fiorentino del Bargello e Francesca Tasso, conservatrice del Castello sforzesco, che ci ha raccontato lo spirito del progetto.
"Il filo rosso che abbiamo dovuto tirare perché non era possibile raccontare tutto – ha spiegato ad askanews – è stato quello del rapporto con gli antichi. Come questo rapporto molto profondo e intensissimo alimenta l’arte degli scultori rinascimentali. In particolare la questione che gli artisti si pongono è come riuscire a rendere l’intensità dei sentimenti. Sia quelli legati alla furia e alla passione, sia quelli di controllo".
Così tra le 120 opere esposte, che oltre che dal Louvre provengono anche dal Metropolitan di New York o dal Prado di Madrid, si spazia tra i secoli e le suggestioni, tra i soggetti e le rivisitazioni, tra il rilievo e il tutto tondo. Ma anche tra diversi materiali, che il Rinascimento in molti casi ha saputo riscoprire.
"Uno degli aspetti interessanti – ha aggiunto Francesca Tasso – è che in questa fase tuti i materiali utilizzati per la scultura vengono impiegati. Non solo il marmo e la pietra, ma c’è un ritorno del bronzo e della terracotta che sono materiali legati intrinsecamente al mondo classico che vengono in un certo senso riscoperti e recuperati da Donatello e poi dai suoi allievi. Ma anche il legno è utilizzatissimo: il legno policromato, così come la terracotta. E poi altri materiali, come per esempio la cartapesta".
Il percorso espositivo, articolato in quattro sezioni, racconta tutti questi elementi di diversità e al tempo stesso documenta una comune tensione di ricerca, che prende la forma concreta di un umanesimo artistico, manifesto. Un tutto nel quale anche capolavori come la Crocifissione di Donatello o il Putto di Michelangelo vivono all’interno dell’idea della mostra, senza dominarla o stravolgerne il senso di ritratto collettivo, capace di restituire molte sfumature di quella cosa che chiamiamo Rinascimento.
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