Ancora oggi 7 bambini su 10 tra coloro che soffrono di balbuzie o di una qualche forma di disturbo del linguaggio sono vittime di discriminazione e derisione a causa del loro modo di parlare. Nel 61% dei casi i fenomeni di derisione, discriminazione ed emarginazione avvengono a scuola. Nel 34% dei casi nelle società sportive. Oltre il 70% dei minori che hanno subito atti di voice shaming hanno confessato che avrebbero voluto ricevere aiuto, ma non sapevano a chi rivolgersi. E la convinzione che esista un modo giusto di parlare ha fatto il resto, li ha indotti a non aprirsi. Questo è quanto emerge dal secondo rapporto dell’Osservatorio Voice Shaming istituito da Vivavoce e presentato ieri a Milano da Giovanni Muscarà, presidente dell’associazione che aiuta minori e adulti a superare la balbuzie, Antonio Schindler, direttore scientifico dell’Osservatorio, e dalla psicologa Valentina Letorio. L’indagine ha riguardato un campione di 110 minori balbuzienti e 114 genitori. In Italia le persone con disturbi del linguaggio sono 3 milioni. Non solo il report, però, non solo numeri: fino al 27 ottobre alla Casa degli Artisti di Milano saranno esposti i disegni con i quali i bambini tra gli 8 a i 14 anni seguiti da Vivavoce raccontano come convivono con la balbuzie. La metafora più ricorrente nei loro disegni è quella della gabbia. Si sentono reclusi e isolati dietro a sbarre invisibili. Ma sentono anche di non riuscire a liberarsi delle parole, che restano tutte in pancia.
In questo video condividiamo la testimonianze di Lucia Napoli, 22 anni, studentessa in Giurisprudenza, oggi tutor di Vivavoce dopo essere stata vittima di insulti e derisione sui social network.
Nicolas Gallizzi, consigliere regionale di “Noi Moderati“, ha annunciato che nei prossimi mesi in Regione sarà discussa una legge sperimentale per garantire maggior supporto agli alunni balbuzienti.