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Fumo, poca percezione su prodotti a potenziale rischio ridotto

Roma, 8 lug. (askanews) – La percezione dei prodotti a potenziale rischio ridotto da parte degli adulti italiani mostrano come vi sia ancora molta confusione sulle caratteristiche di questi nuovi dispositivi, che rappresentano un’alternativa rispetto ai prodotti da fumo tradizionali. È quindi importante attivare iniziative di formazione e informazione, a cominciare dagli operatori sanitari, per favorire una maggiore conoscenza delle caratteristiche e specificità di tali dispositivi, perché si possano compiere scelte consapevoli con l’obiettivo di ridurre i danni alla salute causati dal fumo.

E’ quanto emerge dalla ricerca condotta da SWG su un campione rappresentativo della popolazione italiana, presentata a Roma. In dettaglio, in Italia il 25% della popolazione adulta è fumatrice: di questa percentuale, l’11% fa uso di dispositivi a potenziale rischio ridotto. Ma solo 1 italiano su 3 dichiara di conoscere le differenze tra le diverse tipologie di dispositivi alternativi ai prodotti da fumo tradizionali. E sebbene i fumatori risultino i più informati in proposito, si nota come, anche fra costoro, solo il 56% affermi di aver chiara la differenza fra sigaretta elettronica e dispositivi a tabacco riscaldato. Una carenza che si riflette in numeri analoghi per quanto riguarda la conoscenza della differenza tra sigarette elettroniche e prodotti a base di tabacco riscaldato: solo 1 italiano su 3 afferma di aver chiara la differenza e, anche tra i fumatori, i più informati non superano il 55%.

Roberto Novelli, membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati: "E’ importante lavorare sulle informazioni che hanno un riscontro scientifico, che siano replicabili, e su informazioni che diano al consumatore una giusta capacità di valutare con correttezza la dinamica e l’attività che viene fatta nell’ambito delle aziende produttrici".

Gli ultimi dati sono infatti confermati anche da un recente studio qualitativo del Censis che ha coinvolto 65 Centri Antifumo (su 268 operanti in Italia) di diversa estrazione (servizio sanitario nazionale, Lilt, privato sociale), dove si evidenzia anche come il 66,2% degli operatori sanitari riterrebbe utili iniziative di formazione dedicate a questa tipologia di prodotti.

Per rispondere al bisogno di informazioni chiare su un argomento che riguarda da vicino la vita e la salute di quasi 6 milioni e mezzo di italiani BAT Italia lancia la campagna digitale #servechiarezza, che attraverso una landing page informativa (www.servechiarezza.it) intende sensibilizzare sull’importanza dell’informazione sulle caratteristiche specifiche e distintive dei diversi prodotti a potenziale rischio ridotto.

Massimiliano Colognesi, Head of External Affairs di BAT Italia: "Servechiarezza è una campagna che ha due finalità, fornire informazioni corrette ai fumatori e agli operatori sanitari indicando quali sono le differenti caratteristiche dei prodotti a potenziale rischio ridotto e andando a sfatare falsi miti rispetto alle evidenze scientifiche. Ma Servechiarezza è anche un appello alla scienza e alle istituzioni affinchè si confrontino sui potenziali benefici dei prodotti a potenziale rischio ridotto".

Esiste d’altronde un numero crescente di rapporti indipendenti sui prodotti a potenziale rischio ridotto, alcuni dei quali sono poco noti in Italia. E ai dati di queste ricerche risultano allinearsi peraltro anche gli studi clinici condotti da BAT nell’ambito dei suoi importanti investimenti in ricerca e sviluppo sui prodotti a potenziale rischio ridotto, proprio per dimostrare il profilo di rischio ridotto dei suoi prodotti di nuova generazione rispetto al fumo. Processo in cui l’Italia avrà un ruolo fondamentale, grazie all’Innovation Hub di Trieste – in fase di avanzata costruzione – dove all’interno del polo produttivo d’avanguardia saranno ospitate le linee produttive dei prodotti a potenziale rischio ridotto.

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