Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, è una delle autrici più promettenti del fumetto italiano. Ventinove anni, nata a Catania, ha esordito con Romanzo Esplicito, il primo capitolo di una trilogia autobiografica a fumetti. Seguono P. La mia adolescenza trans e Anestesia, con cui racconta al mondo la sua identità di ragazza transgender senza risparmiare nulla: le paure, i dubbi, il dolore emotivo e quello fisico degli interventi.
La cifra distintiva dei suoi disegni è il racconto senza censure di una vita: la solitudine, il senso di abbandono, l’uso di sostanze stupefacenti e soprattutto il sesso. Josephine Signorelli racconta che all’inizio della sua carriera avrebbe voluto disegnare fumetti porno. " La nudità è un’arma politica – racconta a Fanpage.it – Una delle prime cose che dissero dei miei fumetti è che erano fumetti femministi, ma penso che lo siano diventati dopo, all’inizio raccontavo la mia vita".
L’ultima fatica letteraria è una rivisitazione punk di Cenerentola, scritta e disegnata insieme all’artista Joe1 per Feltrinelli Comics. Quella delle fiabe, racconta, è una passione di lunga data, quando da piccola la portavano a sentire la Messa e lei lasciava la sua immaginazione libera di correre in giro e inventare nuove fiabe e nuovi mondi. La sua preferita era Pelle d’Asino, perché racconta dell’essere visti per ciò che si è davvero. La sua Cenerentola ribelle si libera dalle aspettative della società, non sposa il principe e fugge in una comune punk.
Le aspettative sul matrimonio, dice, esistono ancora sia per gli uomini e per le donne. Lei stessa da piccola sognava di entrare in comune con l’abito bianco e "un fiocco gigante di tulle". Poi ha riflettuto su cosa rappresenta quel modello di società. Oggi sulla questione genitorialità e famiglia ha le idee molto chiare. Dice che le piacerebbe poter adottare come madre single, se in Italia non fosse così complicato. "Questo è un tipo di società che mi piacerebbe vedere, accogliente verso i padri e le madri single sia cisgender che transgender. O perché no in due, tre, quattro persone insieme. Facciamo ancora tantissima fatica a parlarne perché continuiamo a vedere nella monogamia un valore. Non ho nulla contro la monogamia né contro la fedeltà, ma è ora di cominciare a parlarne, di dare un nome a queste cose. L’abbattimento della monogamia forse è una delle grandi sfide del nuovo secolo, insieme alla questione transgender". A Fanpage.it spiega che il grande merito del ddl Zan è quello di aver riaperto il dibattito su temi lasciati per troppo tempo sotto il tappeto. " Si sente dire che per colpa del famoso politicamente corretto non si può più parlare di nulla. Ma la verità è che io fino a una decina di anni fa non avrei avuto voce perché sarei stata troppo divisiva". L’Italia, dice senza mezzi termini, è un Paese transfobico. " L’Italia come il resto del mondo – specifica – ma non l’abbiamo scoperto ora: abbiamo problemi di abilismo, di razzismo e di omobitransfobia. Semplicemente prima non se ne parlava". A un certo punto gli schemi di pensiero dominanti, l’etero-normativià e il binarismo di genere, sono entrati in crisi: non esiste una norma e un’eccezione, esistono pluralità di identità differenti che devono saper convivere. " Quella – conclude – è la società che ha vinto".
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