Francesco ha 17 anni e a Pescara del Tronto, una delle frazioni di Arquata, tra i centri più devastati del sisma che ha sconvolto l’Italia Centrale, è un vero eroe.
La sera prima del terremoto era nel parco del paese con diversi giovani, tutti tra i 14 e i 19 anni. Alle 3.36 la scossa che fa tremare tutto. I ragazzi si gettano a terra. “E’ arrivata la polvere, sembrava un fungo”, causato dall’esplosione, racconta all’ANSA Francesco. Lo scenario è apocalittico, il giovane fa fatica a raccontarlo.
Qualcuno inizia a correre, molti urlano “C’era anche un inglese, gridava ‘hurry, hurry’. Poi arrivano due adulti. Mi sono fermato con loro. Una signora era bloccata sul letto, con un pezzo di tetto che non le permetteva di muoversi. L’abbiamo liberata e portata fuori” ricorda il ragazzo che a ottobre diventerà maggiorenne. Francesco la fa sedere su una sedia e quando l’ha tranquillizzata, corre a casa sua per vedere come stanno i suoi familiari. I suoi genitori stanno bene, ma manca sua nonna.
Il ragazzo spacca un vetro, si tuffa letteralmente da un muretto a picco su uno strapiombo dentro una finestra. Trova la nonna, sotto shock. Riesce a portarla fuori. Intanto cominciano ad arrivare le prime ambulanze. Francesco non ha ancora la patente, essendo 17enne, sa però guidare. Si accorge di un’auto parcheggiata proprio sotto una casa devastata, minacciata dal crollo dei tetti vicini e della struttura. A bordo c’è una donna con i figli. Sposta la macchina e va ad aiutare gli altri sopravvissuti.
Porta attrezzi, estrae i feriti dalle macerie. Alla fine contribuisce a salvare almeno tra le 7 e le 8 persone. Poi, scrive l’Ansa, scoppia in un pianto liberatorio. Ora è un eroe. “Me lo dicono tutti. Ma a me non sembra, ho fatto il mio dovere salvare persone che conosco da una vita. Ne dovevo salvare di più, ma non ci sono riuscito”, dice con la tristezza negli occhi.