La Roma espugna Kiev, batte lo Shakhtar anche nella gara di ritorno degli ottavi e il 19 marzo conoscerà il nome del suo prossimo avversario in Europa League.
Ecco come Paulo Fonseca ha commentato la prestazione dei giallorossi.
Si è vista la sua idea di calcio. È stata una Roma coraggiosa.
“Era importante entrare bene in partita e non prendere gol nei primi 30 minuti. Lo Shakhtar ha avuto l’iniziativa, ma penso che abbiamo difeso sempre bene, ripartendo con contropiedi pericolosi. Nel secondo tempo, abbiamo corretto il posizionamento e abbiamo iniziato ad avere più palla e più occasioni per fare gol. Abbiamo fatto una partita molto realista. È stato importante vincere qui, la Roma non aveva mai battuto lo Shakhtar in trasferta e non era mai arrivata ai quarti di finale di Europa League”.
Ha l’impressione che le sue idee siano più adatte al calcio europeo che al calcio italiano?
“Abbiamo dimostrato che ci siamo adattati al calcio italiano. Magari però sì, in questo tipo di competizioni le squadre devono vincere e hanno più spazio per giocare. Questa è la ragione”.
Con il Napoli che partita farà?
“Vediamo. Inizierò a pensare adesso alla gara con il Napoli”.
Come sta Ibanez?
“Sta bene. Non si ricordava quasi nulla durante la partita”.
L’unico allenatore di una squadra: siamo sicuri che non c’entri nulla con la qualificazione?
“È una pura coincidenza, i tecnici italiani sono molto bravi. Non dimentichiamo che l’anno scorso l’Inter di Conte è arrivata in finale”.
Avete passeggiato con lo Shakhtar, è un grande segnale. È più vicina la vittoria dell’Europa League che il quarto posto in Serie A?
“Non è facile in Italia, ci sono squadre molto forti. Ce ne sono sette che puntano alla zona Champions. Lottano tutte per il campionato mentre noi abbiamo anche l’Europa League. Ma vogliamo lottare per entrare tra le prime quattro”.
Si è pentito di non avere tolto Karsdorp prima dell’ammonizione?
“No. Avevo pensato di cambiare, ma è successo. Abbiamo altri giocatori”.
Lei rimane sempre molto equilibrato: ha imparato a vivere questo nostro modo italiano di giudicare?
“Sì, gli italiani sono molto simili ai portoghesi. Dobbiamo capire questa mentalità e adattarci. L’equilibrio è importante non solo nel calcio, ma anche nella vita. Io cerco sempre di trasmetterlo ai giocatori e a chi lavora con me”.
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