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Fondazione Prada, multidisciplinarietà per salvare il cervello

Milano, 5 ott. (askanews) – Quarta fase di "Human Brains", il grande progetto di Fondazione Prada dedicato alle neuroscienze: il tema ora sono le malattie neurodegenerative, al centro di una mostra inconsueta a Milano. Negli spazi normalmente dedicati all’arte contemporanea sono ora ospitati istituti scientifici che presentano i risultati ottenuti nei diversi ambiti di ricerca, cura e tecnologia.

"È una storia a più voci – ha spiegato ad askanews il professor Giancarlo Comi, neurologo e presidente del comitato scientifico di Human Brains – è una storia fatta di successi, ma anche di difficoltà e insuccessi. Si vuole in questo modo portare i non esperti nel mondo della scienza e fare capire come questa evolve attraverso meccanismi molto complessi, alla ricerca continua della verità, che però va ricercata in modo dinamico. Questo è un po’ il senso della mostra: vogliamo accostare le persone alla scienza e fare comprendere loro la complessità".

A colpire è il modo in cui le immagini scientifiche, ma anche i dispositivi tecnologici e medici, in un certo senso parlino un linguaggio che è simile a quello dell’arte contemporanea, che, soprattutto nella visione portata avanti in Fondazione Prada, vive di una costante e strutturale contaminazione con altre manifestazioni del pensiero, che spesso è quello scientifico.

Nello stesso modo questo ciclo di Human Brains va a concludersi con un forum internazionale sulle malattie neurodegenerative, che prova a mettere insieme diversi attori e diverse complessità, con l’obiettivo di salvaguardare il cervello, "Preserving the Brain". "L’obiettivo del convegno – ha concluso il professor Comi – è proprio mettere a confronto i diversi gruppi impegnati in questo settore: abbiamo ovviamente il mondo accademico e gli scienziati, ma anche le associazioni dei malati. Abbiamo le grandi industrie farmaceutiche, abbiamo quelle tecnologiche e biotecnologiche, quindi l’idea è quella di capire come possiamo tutti insieme accelerare per la scoperta di una terapia per le malattie neurodegenerative, perché ciò che le accomuna tutte è l’assenza di una soluzione".

L’approccio multidisciplinare, quindi, è già un paradigma, così come lo è il coinvolgimento di istituzioni, università e soggetti privati, sotto il cappello di una contemporaneità che, partendo dall’arte, si sforza di pensare se stessa in termini sempre rinnovati.

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