ROMA (ITALPRESS) – Torna su Raiuno (da lunedì 7 febbraio) con tre nuove storie “Màkari”, la serie tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri interpretata da Claudio Gioè nei panni del protagonista Saverio Lamanna, scrittore svogliato e squattrinato nonchè investigatore a tempo perso. Al suo fianco c’è ancora il surreale Piccionello (Domenico Centamore) e potrebbe esserci anche Suleima (Ester Pantano), la giovane di cui si è innamorato e che, nella precedente stagione, avevamo visto volare a Milano per un’esperienza lavorativa. Suleima tornerà a Màkari ma accompagnata da Teodoro Bettini (Andrea Bosca), il suo affascinante capo che darà filo da torcere a Saverio. Gli ingredienti per piacere al pubblico anche stavolta ci sono tutti, per non parlare della Sicilia che continua ad essere una protagonista della serie a tutti gli effetti e di cui nei nuovi episodi non vedremo solo il Trapanese (Scopello, Trapani, Erice e, naturalmente, Màkari) e Palermo e Mondello, ma anche suggestive località dell’Agrigentino come la Valle dei Templi, Favara e la Scala dei Turchi.
Una Sicilia quasi da cartolina, insomma, ma soprattutto lontana, spiega Savatteri, “da certi stereotipi in cui l’abbiamo vista in bianco e nero e tragicamente dominata da tematiche violente e drammatiche, specchio della sua storia degli ultimi cinquant’anni”. A scegliere la nuova immagine della Sicilia è stato, afferma lo scrittore, “Andrea Camilleri che, con Montalbano, ha aperto la porta a un racconto che usciva da quegli archetipi. Camilleri ci ha portato in una Sicilia in cui ci sono anche luce e la capacità di far ridere e sorridere e che è diventata protagonista di un altro tipo di racconto. Senza questa porta che lui ha spalancato forse io non avrei saputo pensare a personaggi che smontassero ulteriormente questo archetipo”.
Claudio Gioè osserva: “Savatteri ha saputo raccontare un carattere di noi palermitani che è l’ironia, una maschera che spesso usiamo per nascondere le ferite. Abbiamo nel Dna questa maschera greca che nasconde debolezze e difficoltà”.
E questo, aggiunge, vale sia per lui sia per il suo Saverio: “Non so dove finisca uno e inizi l’altro. E’ uno dei personaggi che sento più vicini alla mia età e alla mia cultura. Forse per la prima volta mi sento molto comodo a declinare gli aspetti tipici di noi palermitani. Cosa mi ha lasciato questo personaggio? Una forte impronta etica – spiega Gioè – Saverio sceglie di restare in Sicilia e questo nasconde un barlume di speranza. Si parla anche di opportunità, sviluppo e progresso per questa terra in cui anche io sono tornato a vivere”. A casa sua, a Màkari, si sente anche Ester Pantano: “Nelle mie vene scorre anche sangue palermitano e il trapanese è diventato la mia casa. Conosco il panettiere, il bar, il ristorante… “. Del personaggio di Suleima sottolinea la crescita: “Lei vive una trasformazione, portando equilibrio tra la professionalità e la vita. In realtà siamo tutti sempre in crescita, Suleima è un cambio di sguardo davanti a problematiche enormi che possono essere smontate e rimontate per essere gestite al meglio. Ed è quello che cerco di fare anche io nella mia vita”.
“Màkari”, che è diretta da Michele Soavi, è prodotta da Palomar e Rai Fiction: “Sono affezionato a ‘Màkarì per la sua leggerezza ma anche perchè nella serie sono trattati temi come l’essere e l’etica” dice il produttore Carlo Degli Esposti mentre la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati conclude sottolineando che “si tratta di una seconda stagione che arriva a meno di un anno dalla prima. La serie incontra il gusto del pubblico della Rai sempre più sofisticato”.
(ITALPRESS).
Una Sicilia quasi da cartolina, insomma, ma soprattutto lontana, spiega Savatteri, “da certi stereotipi in cui l’abbiamo vista in bianco e nero e tragicamente dominata da tematiche violente e drammatiche, specchio della sua storia degli ultimi cinquant’anni”. A scegliere la nuova immagine della Sicilia è stato, afferma lo scrittore, “Andrea Camilleri che, con Montalbano, ha aperto la porta a un racconto che usciva da quegli archetipi. Camilleri ci ha portato in una Sicilia in cui ci sono anche luce e la capacità di far ridere e sorridere e che è diventata protagonista di un altro tipo di racconto. Senza questa porta che lui ha spalancato forse io non avrei saputo pensare a personaggi che smontassero ulteriormente questo archetipo”.
Claudio Gioè osserva: “Savatteri ha saputo raccontare un carattere di noi palermitani che è l’ironia, una maschera che spesso usiamo per nascondere le ferite. Abbiamo nel Dna questa maschera greca che nasconde debolezze e difficoltà”.
E questo, aggiunge, vale sia per lui sia per il suo Saverio: “Non so dove finisca uno e inizi l’altro. E’ uno dei personaggi che sento più vicini alla mia età e alla mia cultura. Forse per la prima volta mi sento molto comodo a declinare gli aspetti tipici di noi palermitani. Cosa mi ha lasciato questo personaggio? Una forte impronta etica – spiega Gioè – Saverio sceglie di restare in Sicilia e questo nasconde un barlume di speranza. Si parla anche di opportunità, sviluppo e progresso per questa terra in cui anche io sono tornato a vivere”. A casa sua, a Màkari, si sente anche Ester Pantano: “Nelle mie vene scorre anche sangue palermitano e il trapanese è diventato la mia casa. Conosco il panettiere, il bar, il ristorante… “. Del personaggio di Suleima sottolinea la crescita: “Lei vive una trasformazione, portando equilibrio tra la professionalità e la vita. In realtà siamo tutti sempre in crescita, Suleima è un cambio di sguardo davanti a problematiche enormi che possono essere smontate e rimontate per essere gestite al meglio. Ed è quello che cerco di fare anche io nella mia vita”.
“Màkari”, che è diretta da Michele Soavi, è prodotta da Palomar e Rai Fiction: “Sono affezionato a ‘Màkarì per la sua leggerezza ma anche perchè nella serie sono trattati temi come l’essere e l’etica” dice il produttore Carlo Degli Esposti mentre la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati conclude sottolineando che “si tratta di una seconda stagione che arriva a meno di un anno dalla prima. La serie incontra il gusto del pubblico della Rai sempre più sofisticato”.
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