Le registrazioni, risalenti a 19 anni fa, ora trascritte nel volume «Io, Felicia» (Navarra editore)
«Il ricordo più bello di Peppino? Che era bravo con la scuola, intelligente. Come si fa a dimenticare ‘sto figlio? Avevi ragione, e tutto quello che dicevi è successo veramente figlio mio…»: è una delle frasi che Felicia Bartolotta Impastato (1916-2004) pronuncia ricordando Giuseppe «Peppino» Impastato, ucciso dalla mafia a Cinisi (Palermo) il 9 maggio 1978, all’età di 30 anni. È in libreria «Io, Felicia. Conversazioni con la madre di Peppino Impastato», volume di Mari Albanese e Angelo Sicilia, edito da Navarra (pagine 128, euro 12). Si tratta della descrizione di dialoghi registrati diciannove anni fa, e mai pubblicati, che ora vengono alla luce per restituire la condivisione di ricordi preziosi e in parte inediti.Nei dialoghi, Felicia racconta di Peppino bambino, della militanza politica e della tragica fine del figlio, ma anche di sé stessa: dall’infanzia felice alle ribellioni di giovane donna. Le interviste risalgono al 2002 e sono state realizzate dagli attivisti Angelo Sicilia e Mari Albanese, tra gli animatori del primo Forum Sociale Antimafia di Cinisi. Con loro «mamma Felicia» ha ripercorso la sua storia e il suo passato: il rapporto conflittuale col marito, il grande amore per Peppino, il lutto, la scelta di aprire le porte della sua casa ai giovani per coltivare la memoria e spargere semi di consapevolezza per il futuro. Le parole di Felicia raccontano la paura e il dolore, i timori, ma che regalano anche tanta fiducia nel futuro. E un grande insegnamento: «Non significa niente la vendetta. Si fa con la cultura, con il silenzio, questa gente va tenuta isolata. La vendetta non vale niente, solo spargimento di sangue». ( CorriereTv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/felicia-impastato-peppino-dette-vita-l-umanita-videointervista-inedite/8d49a89e-df1f-11eb-a9e5-b60d2f6601bd