MILANO (ITALPRESS) – L’attività economica nell’Eurozona continua a rallentare rendendo sempre più probabile l’arrivo della recessione alla ripresa autunnale. L’indice Pmi generale nei Paesi che adottano la moneta unica è in calo per il secondo mese consecutivo attestandosi a 49,2 punti, in calo rispetto ai 49,9 di luglio e sotto il consenso (49,5 punti). Peggiorano sia i servizi a 50,2 punti, rispetto ai 51,2 del mese precedente (50,5 punti il consenso) sia l’industria a 49,7 punti dai 49,8 precedenti (49 punti il consenso). L’indice Pmi è tenuto in alta considerazione perchè fornisce un’indicazione sui trend presenti e futuri delle diverse attività. Lo spartiacque è rappresentato da quota 50. Un’asticella che divide la crescita dal rallentamento.
I dati relativi “indicano un’economia in contrazione nel terzo trimestre dell’anno”, spiegano i curatori del rapporto. Le pressioni sul costo della vita “rallentano la ripresa del settore dei servizi che si era manifestata dopo l’abolizione delle restrizioni per la pandemia, mentre l’industria manifatturiera è impantanata con un accumulo record di scorte”, che “blocca le prospettive di miglioramento della produzione manifatturiera nell’immediato futuro”, spiegano gli economisti.
Particolarmente preoccupante la situazione in Germania che più di altri soffre per l’alta inflazione (cui il Paese non è abituato) sia per l’elevato prezzo del gas essendo la dipendenza di Berlino dalle forniture russe praticamente totale.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-
I dati relativi “indicano un’economia in contrazione nel terzo trimestre dell’anno”, spiegano i curatori del rapporto. Le pressioni sul costo della vita “rallentano la ripresa del settore dei servizi che si era manifestata dopo l’abolizione delle restrizioni per la pandemia, mentre l’industria manifatturiera è impantanata con un accumulo record di scorte”, che “blocca le prospettive di miglioramento della produzione manifatturiera nell’immediato futuro”, spiegano gli economisti.
Particolarmente preoccupante la situazione in Germania che più di altri soffre per l’alta inflazione (cui il Paese non è abituato) sia per l’elevato prezzo del gas essendo la dipendenza di Berlino dalle forniture russe praticamente totale.
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