Eriksen e il “miracolo dell’Europeo”: così l’amico Kjaer gli ha salvato la vita

di solobuonumore

Eriksen e il “miracolo dell’Europeo”: così l’amico Kjaer gli ha salvato la vita

Ha visto il suo amico perdere i sensi, nel silenzio angosciante di uno stadio rimasto terrorizzato, ma, come i veri eroi, questo vichingo dall’animo gentile non conosce la paura. Si è precipitato dal suo compagno inerme, praticando il primo, fondamentale massaggio cardiaco e ha avuto la prontezza di togliere la lingua dalla gola, per evitare che soffocasse. Assieme agli altri giocatori ha “alzato” un muro attorno a lui, proteggendolo dalle telecamere e quando i medici sono intervenuti, è stato il primo ad abbracciare la moglie del suo amico, devastata dall’idea di perdere per sempre il padre dei suoi figli e il suo più grande amore. Simon Kjaer ha salvato la vita a Christian Eriksen, protagonisti di quello che è stato già ribattezzato com il “miracolo dell’Europeo”. Eriksen si è aggrappato alla vita con tutte le forze, potendo contare sull’aiuto di un amico speciale, non solo il capitano della sua squadra, ma l’eroe di cui aveva bisogno in quel momento. Sul rettangolo verde ha evitato innumerevoli gol, marcando gli attaccanti più forti del mondo e l’ha fatto da leader silenzioso, da chi alle parole preferisce dar voce ai fatti. Ha attraversato mezza Europa, ma è in Italia che Kjaer ha dimostrato tutto il suo valore, agli esordi col Palermo prima e al Milan poi, arrivato tra lo scetticismo di chi lo credeva un calciatore finito. Con i colori rossoneri ha trovato la consacrazione calcistica alla soglia dei 30 anni, dimostrando non solo quelle eccezionali qualità che aveva fatto intravedere fin da ragazzo, ma maturando come uomo e calciatore, diventando un punto di riferimento per i suoi compagni. Ha preso per mano una squadra di giovani, portandola alla conquista di un posto in Europa. Con la maglia del suo paese ha superato lo storico traguardo delle 100 presenze, diventando non solo il capitano, ma una bandiera per tutti i tifosi della Danimarca. Ma è con il suo nobile gesto che Kjaer ha mostrato al mondo cosa vuol dire essere un capitano, ricevendo gli applausi di chi l’ha affrontato in campo da avversario, sempre con rispetto. Dopo quegli attimi drammatici, la partita tra Danimarca e Finlandia è ripresa, ma persino per un cuore impavido come Kjaer è stato impossibile continuare a giocare. Oltre i colori e le rivalità, il mondo dello sport si è unito ancora una volta nella partita più difficile. La storia di Simon e Christian ci ricorda quanto sia prezioso il dono dell’amicizia, una luce che squarcia qualsiasi tenebra, capace di farci compiere gesta straordinarie.

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