“È stata una scelta. Volevo affermare ‘sta wave afro in Italia, visto che non ci sono molti artisti che la fanno”. Potrebbe essere una delle prime, Epoque, nome d’arte di Janine Tshela Nzua, a portare questa tendenza afrobeat in Italia, dopo il suo grande successo in Francia soprattutto, con personaggi come MHD. La sua storia, cominciata l’anno scorso con la pubblicazione del singolo “Petite” e continuata con “Boss” e “Cliché”, è frutto di un lungo viaggio, cominciato a Torino, e che l’ha vista spostarsi tra Bruxelles, Parigi e Siviglia, per poi ritornare dov’era cresciuta: “Le mie canzoni sono influenzate da tutti i miei spostamenti e quelle che ne ho tratto in questi anni”. Poi l’importanza della periferia, dopo esser cresciuta nel quartiere di Barriera di Milano a Torino, un luogo che le ha insegnato a prendere delle decisioni più in fretta degli altri: “Ho fatto scelte importanti, anche difficili alcune volte, che di solito a quell’età non fai perché sei più agevolato”. Nell’intervista Epoque tocca anche il tema del razzismo, la differenza tra l’Italia e gli altri paesi europei in cui ha vissuto: “Ho subito razzismo ovunque sono andata. La differenza che ho notato tra l’Italia e gli altri paesi è che in Italia è ancora molto lento il processo, rispetto alle altre nazioni che hanno velocizzato l’integrazione”.
Servizio: Vincenzo Nasto
Riprese e montaggio: Claudio Rosa
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