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“Energia e debito cruciali nel discorso di Von der Leyen”

Roma, 14 set. (askanews) – Il discorso sullo Stato dell’Unione europea della presidente Ursula von der Leyen è stato al centro di un evento organizzato oggi a Roma presso il Campidoglio dagli uffici di Parlamento e Commissione Ue in Italia. Due i temi prioritari – la questione energetica e la futura riforma del Patto di Stabilità – fra i numerosi affrontati da von der Leyen, sui quali si sono soffermati i relatori fra cui anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta.

Carlo Corazza, Capo Ufficio di collegamento del Parlamento europeo in Italia ha posto l’accento sulla necessità di arrivare al più presto ad un accordo sul tetto del gas: "Il punto cruciale del discorso della von der Leyen che è stato un ottimo discorso è la questione energetica perché abbiamo imprese che chiudono per le bollette, abbiamo famiglie che non riescono a pagare, quindi ci vuole una risposta nel brevissimo termine. Quindi bene il riferimento al disaccoppiamento fra energia prodotta con rinnovabili e energia da fonti fossili. Bene anche la ridistribuzione degli extraprofitti per 140 miliardi. Manca forse un riferimento più esplicito al tetto del gas probabilmente perché non c’è ancora un accordo tra gli Stati membri. Però su questo bisogna lavorare nei prossimi giorni e prossime settimane perché senza questo anche l’unità forte che c’è di fronte alla guerra in Ucraina potrebbe mostrare le prime crepe".

Antonio Parenti, Capo rappresentanza della Commissione Ue in Italia, ha commentato così l’intervento di von der Leyen sulla necessità di dotare l’Ue di nuove norme di bilancio: "La presidente ha annunciato formalmente un processo che era in corso da qualche mese che è quello di una revisione delle modalità fondamentalmente di rientro dei debiti pubblici. Dunque la capacità per gli Stati di definire le loro priorità nel rientro del debito e come intendono affrontare questa priorità. Credo che sia un discorso molto importante perché cambia un pochettino l’ottica che abbiamo vista sino a qua sul debito pubblico ma soprattutto perché da una ownership al Paese e naturalmente una responsabilità. E sarà il Paese che dovrà decidere come rientrare dal debito pubblico da quello che mi sembra emerga dal discorso di oggi e quindi sarà il Paese stesso che avrà quest’obbligo E’ se vogliiamo un utilizzo dello strumento che abbiamo visto nella next generation Eu spostato sulla questione del debito cioè è lo Stato che definisce quello che vuole fare, come lo vuole fare. Naturalmente questo deve essere poi concordato con gli altri Stati membri attraverso decisioni che normalmente vengono prese con la Commissione e con il Consiglio".

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