Roma, 18 gen. (askanews) – La presidenza della Camera ha ormai ultimato i protocolli anti-Covid per l’elezione del nuovo capo dello Stato. Il primo voto è fissato per lunedì 24 gennaio alle 15 e dovrebbe concludersi, spoglio compreso, entro le 20.30. Si comincerà coi senatori, prima quelli a vita, seguiti dai deputati e infine dai delegati regionali, suddivisi in blocchi da 50.
I grandi elettori prenderanno posto in aula e una volta chiamati, in ordine alfabetico, si alzeranno e andranno a votare nelle cabine speciali poste sotto la presidenza. Obbligatoria la sanificazione delle mani prima e dopo il voto. Le cabine rappresenteranno una novità dell’epoca Covid. Non ci saranno più i vecchi catafalchi in legno, saranno più moderne, più grandi e quindi più facilmente sanificabili.
Quando il blocco dei 50 grandi elettori avrà finito di votare, uscirà ed entrerà il blocco successivo. E’ previsto un solo voto al giorno, anche nei week end, in modo da permettere un’adeguata sanificazione e impedire assembramenti.
In questo modo il distanziamento renderà superfluo sottoporre a tampone tutti i grandi elettori. Cosa che invece verrà fatta, con un test di ultima generazione, nel momento del giuramento del nuovo presidente, quando saranno presenti in aula, tribune comprese, tutti i 1009 grandi elettori.
Intanto, sembra proprio che non si faranno eccezioni per coloro che dovessero risultare positivi al Covid: non potranno votare. La questione è ancora aperta, Centrodestra e renziani cercano una soluzione che permetta di derogare alle regole di Montecitorio, secondo le quali può accedere all’aula solo chi ha il green pass base, cioè chi è vaccinato, chi è guarito e chi è negativo al test.
Al momento è in corso un’istruttoria per capire se potranno votare almeno i grandi elettori con febbre, ma negativi al tampone.