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Educazione informatica nelle scuole europee: lo stato dell’arte

Roma, 19 set. (askanews) – Garantire un’istruzione di alta qualità in informatica e tecnologia dell’informazione per tutti gli alunni in Europa per consentire ai ragazzi di acquisire una solida comprensione del mondo digitale. È uno degli obiettivi del Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027 della Commissione europea che, per avere un quadro della situazione negli Stati membri, ha commissionato uno studio sul pensiero computazionale nella scuola dell’obbligo. I risultati della ricerca, condotta dall’Istituto per le Tecnologie Didattiche del Cnr in collaborazione con European Schoolnet e l’Università di Vilnius, sono stati presentati oggi a Roma nella sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche.

Per la Commissione europea è intervenuta Veronica Mobilio, Digital Education Unit, della Direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura (EAC).

"A livello europeo stiamo implementando il Piano d’azione sulle competenze digitali e nell’ambito del Piano è prevista una Council Recommendation sull’offerta formativa per le competenze digitali. A livello storico vediamo che le competenze digitali sono lente a svilupparsi e rafforzarsi e lo vediamo in tutti i segmenti della popolazione, dagli adulti ai bambini. Per cui c’è davvero l’esigenza di fare un lavoro strutturato e coordinato nel rafforzare l’offerta formativa dalla scuola primaria e secondaria fino ad arrivare all’università e alla formazione degli adulti. Sicuramente a livello europeo tra i Paesi membri l’approccio più diffuso è quello trasversale, secondo cui le competenze digitali sono integrate in tutte le materie. Il trattare le competenze digitali attraverso una materia specifica è un approccio nuovo anche se molti paesi si stanno spostando in questa direzione. Quello che la Commissione farà con la Council Recommendation è incentivare e supportare l’introduzione di una materia come l’informatica nel curriculum".

La raccomandazione, che sarà presentata a marzo del prossimo anno e sulla quale sarà avviata una consultazione con gli Stati membri per arrivare a un testo condiviso, farà tesoro dei dati emersi dallo studio. Dati incoraggianti, come evidenzia Augusto Chioccariello dell’Istituto per le Tecnologie Didattiche del Cnr (Cnr-Itd). "È uno studio che ci è stato richiesto dalla Commissione europea nel quadro del Piano per l’educazione digitale. Hanno ritenuto opportuno avere un input di ricerca su cosa si fa nei Paesi europei sul pensiero computazionale e in particolare sull’introduzione dell’informatica a scuola. Le principali evidenze di questo studio sono che c’è una risposta molto positiva nel senso che gli Stati membri si sono già attivati. Dei 29 paesi intervistati 25 lo hanno già fatto e altri 4 sono in processo di farlo. L’Italia è fra gli Stati che lo stanno facendo, ci sono varie iniziative in questa direzione e c’è anche una promessa nel giro di un paio d’anni di cambiare le indicazioni nazionali per introdurre elementi di informatica".

Anche grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

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