Roma, 3 mag. (askanews) – Non si placa la polemica tra Fedez, la Rai e la Lega dopo il monologo dell’artista al Concertone del Primo Maggio nel corso del quale il rapper milanese ha difeso il ddl Zan, la proposta di legge contro l’omotransfobia, e attaccato le dichiarazioni pesantamente omofobe di alcuni esponenti leghisti. Un discorso – secondo il cantante – che la Rai aveva tentato di censurare, ma poi la censura non c’è stata. Domenica 2 maggio Fedez ha lanciato sui social una bomba, la registrazione della telefonata tra la vice-direttrice di Rai 3, Ilaria Capitani, e i suoi collaboratori:
"Le asserzioni che riporto nel mio testo sono di consiglieri leghisti che dicono ‘se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno, perché non posso dire che un consigliere leghista in pubblica piazza ha detto che un figlio gay lo brucerebbe nel forno?", afferma Fedez che su Twitter conta 2,5 milioni di follower.
"Le sto chiedendo soltanto di adeguarsi a un sistema che probabilmente a lei non lo riconosce", si sente affermare nel corso della telefonata.
"Qual è la parte incriminata del testo che a voi non sta bene?", gli chiede allora l’artista.
"Tutte le affermazioni che lei fa, con nomi e cognomi, quelle non possono essere citate?", gli rispondono.
Il tentativo di censurare il monologo sul palco del 1 maggio è stato subito smentito dalla Rai. Per questo Fedez avrebbe deciso di pubblicare la registrazione della telefonata che a sua volta la Rai aveva registrato e ha poi diffuso integralmente. Un discorso ritenuto "inopportuno al contesto".
"Fedez mi scusi sono Ilaria Capitani, vice-direttrice di Rai3. Io ritengo inopportuno il contesto"
"Benissimo, ma io potrei fare quello che voglio, visto che non c’è un contesto di censura. Posso salire e fare delle cose che per voi sono inopportune ma per me sono opportune, questa è la domanda, posso? È una domanda semplice, sì o no?".
Fedez è stato così attaccato dalla destra, che ha tirato fuori una canzone del 2011 che faceva riferimento al coming out di Tiziano Ferro.
"La mia canzone si intitola ‘Tutto il contrario’, l’ho scritta quando avevo 19 anni, io scrivo tutto il contrario di quello che penso, non è difficile da capire".
L’artista, all’anagrafe Federico Leonardo Lucia, ha ricevuto il sostegno dei big del Pd e del Movimento 5 Stelle, da Enrico Letta a Giuseppe Conte e Luigi di Maio. Sul fatto di avere una macchina di lusso e quindi di non essere un "comunista", se non con il Rolex, come il titolo dell’album e della tournée con J-Ax, ha replicato nelle stories di Instagram:
"Ok, vi do una novità, vendo la Lamborghini, non la uso tanto, vendo la Lamborghini, quindi questo rafforza e dà più credibilità alle parole che dico? Cioé se mi compro una Panda posso dire quello che penso?".