Due mappe murali e una nuova vista su Firenze: gli Uffizi scoprono un’altra meraviglia (da…

di solobuonumore

Due mappe murali e una nuova vista su Firenze: gli Uffizi scoprono un’altra meraviglia (da…

Uffizi, riapre dopo venti anni il Terrazzo delle Carte Geografiche: le mappe della Toscana del Cinquecento dialogano con il panorama della Firenze di oggi. In questa sala Dario Argento girò la scenda de (del 1996) in cui la protagonista perde i

Due mappe murali della fine del Cinquecento, che occupano ciascuna una intera parete, con i nomi delle località vergati in oro: raffigurano rispettivamente il territorio fiorentino (detto dominio «antico») e quello senese (detto dominio «nuovo», perché ottenuto pochi anni prima). Una terza parete con l’isola d’Elba nel mar Tirreno; infine la «mappa» più bella di tutte: grazie ad una grande finestra affacciata su Firenze, una veduta che abbraccia il cuore della città, dalla chiesa di Santa Croce, a piazzale Michelangelo passando per la basilica di San Miniato al Monte.
È il Terrazzo delle Carte Geografiche agli Uffizi – dove Dario Argento ne La sindrome di Stendhal (del 1996) girò la scena in cui la protagonista perde i sensi: riapre al pubblico dopo una chiusura durata oltre venti anni salvo un breve periodo, nel 2014, per accogliere una mostra sulla Tavola Doria. A fine restauro, la presentazione avviene simbolicamente nel giorno di avvio del Congresso Internazionale della Cartografia, organizzato proprio nel capoluogo toscano.
Il Terrazzo, sala ampia un centinaio di metri quadrati e così chiamata perché in origine l’architetto Giorgio Vasari la aveva fatta costruire come loggia aperta, fu trasformata in spazio chiuso intorno agli anni Novanta del Cinquecento, quando Ferdinando de’ Medici tornò da Roma, dove era cardinale, per diventare, con il nome di Ferdinando I, Granduca di una Toscana appena unificata dopo la vittoria di Firenze contro Siena. Per celebrare tale conquista e la grandezza della dinastia, fece ideare dal cartografo Stefano Bonsignori le mappe dei territori del Granducato, poi dipinte dal pittore Ludovico Buti: due grandi «carte» geografiche, ognuna occupante una intera parete, che rappresentano minuziosamente e in scala circa 1:30.000 i possedimenti medicei, che per ampiezza già quasi ricalcavano la forma dell’attuale Toscana.
Un luogo speciale in Galleria, come la Tribuna del Buontalenti: qui Ferdinando soleva portare i suoi ospiti più illustri per stupirli con la rappresentazione della bellezza e della vastità dei propri domini. Non solo: da un salone in Palazzo Firenze a Roma, Ferdinando fece trasferire qui un soffitto con dipinti allegorici, realizzati dal pittore Jacopo Zucchi.
Su una terza parete è possibile ammirare la carta dipinta dell’Isola d’Elba: la pittura, in questo caso risale alla metà dell’Ottocento, giacché la versione originale, cinquecentesca come le altre, era andata infatti perduta durante una operazione di rifacimento dell’intero muro. E da oggi, accanto all’Elba, è esposta un’altra bellissima opera: il celebre piano di… ( Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/due-mappe-murali-nuova-vista-firenze-uffizi-scoprono-un-altra-meraviglia-da-sindrome-stendhal/d2e9030e-5cc4-11ec-b726-1eb27041da48

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