Marco (nome di fantasia) da alcuni mesi si è rivolto a Villa Maraini per curare la sua dipendenza dal chemsex, ovvero il connubio di sesso e droga spesso consumata durante festini. Nella struttura romana è stato infatti istituito un percorso terapeutico ad hoc per questo fenomeno. La parola “chemsex” è stata utilizzata nel 2001 da David Stuart per descrivere la combinazione di farmaci, fra cui metanfetamina cristallina, mefedrone e/o GHB/GBL (droga dello stupro), popper con il sesso. Come noto l’utilizzo dei social e delle applicazioni di incontri anche grazie alla geolocalizzazione, hanno favorito ulteriormente l’incremento e la diffusione di tale pratica che può essere “consumata” nell’immediato. "Quando tu abitui il corpo e la mente con quella sostanza non ha limite, io non faccio più sesso da tanto tempo – spiega Marco – io abbino ancora questi due aspetti pure se sono mesi che sto qua".
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