ROMA (ITALPRESS) – “Condivido integralmente quanto ha detto il procuratore nazionale sul fatto che i numeri di questa vicenda lascino pensare che ci sia altro. I numeri sono molto più preoccupanti di quelli ad oggi emersi. Sono numeri che inquietano perchè sono davvero mostruosi”. Lo ha detto Raffaele Cantone, procuratore di Perugia, in audizione alla Commissione parlamentare antimafia sull’inchiesta relativa a presunte attività di dossieraggio.
“In questi mesi, da quando è uscita la prima notizia, anzi già prima – ha affermato Cantone -, alla Procura di Perugia abbiamo fatto una serie di atti delicatissimi con personaggi di primo piano sentiti, di cui nessuno ha avuto notizia. Per esempio abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa. Credo che il ministro vada ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria che ha consentito di fare uscire questo verminaio e anche per la disponibilità che ha manifestato e le cose che ha riferito”.
“Non mi occupo di bolle di sapone, non me ne sono mai occupato neanche da bambino”, ha evidenziato Cantone nel corso del suo intervento. “Chi parla di bolle di sapone – ha aggiunto – ne risponderà nelle sedi giuste perchè ho grande rispetto per la libertà di manifestazione del pensiero e per l’età di chi lo manifesta ma esiste un limite a tutto: chi non conosce gli atti non può esprimere giudizi”.
“Credo che ci sia l’esigenza di ripristinare la verità sui fatti che sono stati detti in questa fase anche perchè molti fatti sono stati riportati in modo generico, come era giusto non avendo conosciuto gli atti – ha sottolineato il procuratore di Perugia -. C’era soprattutto l’esigenza, ed è la ragione per cui abbiamo preparato la nota insieme al procuratore nazionale antimafia, di intervenire a tutela di un’istituzione che per quanto mi riguarda è sacra: la Procura nazionale antimafia, che è stata istituita da Giovanni Falcone”.
“In questi mesi, da quando è uscita la prima notizia, anzi già prima – ha affermato Cantone -, alla Procura di Perugia abbiamo fatto una serie di atti delicatissimi con personaggi di primo piano sentiti, di cui nessuno ha avuto notizia. Per esempio abbiamo sentito per due volte il ministro della Difesa. Credo che il ministro vada ringraziato per la sua scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria che ha consentito di fare uscire questo verminaio e anche per la disponibilità che ha manifestato e le cose che ha riferito”.
“Non mi occupo di bolle di sapone, non me ne sono mai occupato neanche da bambino”, ha evidenziato Cantone nel corso del suo intervento. “Chi parla di bolle di sapone – ha aggiunto – ne risponderà nelle sedi giuste perchè ho grande rispetto per la libertà di manifestazione del pensiero e per l’età di chi lo manifesta ma esiste un limite a tutto: chi non conosce gli atti non può esprimere giudizi”.
“Credo che ci sia l’esigenza di ripristinare la verità sui fatti che sono stati detti in questa fase anche perchè molti fatti sono stati riportati in modo generico, come era giusto non avendo conosciuto gli atti – ha sottolineato il procuratore di Perugia -. C’era soprattutto l’esigenza, ed è la ragione per cui abbiamo preparato la nota insieme al procuratore nazionale antimafia, di intervenire a tutela di un’istituzione che per quanto mi riguarda è sacra: la Procura nazionale antimafia, che è stata istituita da Giovanni Falcone”.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).