Donatello a Firenze: mostra storica alle origini del Rinascimento

di solobuonumore

Donatello a Firenze: mostra storica alle origini del Rinascimento

Firenze, 21 mar. (askanews) – Per parlare della grande mostra su Donatello che Palazzo Strozzi e il museo del Bargello hanno allestito a Firenze si possono scegliere due degli aspetti su cui l’esposizione ha voluto puntare i riflettori: il primo riguarda il fatto che la scultura di Donatello ha cambiato gli spazi in cui è stata collocata, ribaltando la prospettiva consueta; il secondo riguarda il ruolo di precursore: guardando storicamente al lavoro dell’artista, questo sembra appartenere più al Cinquecento che non al Quattrocento, in una affascinante violazione culturale della linea del tempo.

Sculture, rilievi, accanto a opere di altri artisti che hanno contribuito a definire che cosa è stato il Rinascimento. In mostra ci si muove tra suggestioni diverse che abbiamo chiesto in qualche modo di riassumere al direttore della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino. "Cosa vediamo in mostra? Vediamo semplicemente – ha detto ad askanews – uno dei più grandi artisti di tutti i tempi che con le sue invenzioni e il suo genio non cambiò semplicemente la storia dell’arte, ma la storia stessa, il modo di vedere il mondo. E’ veramente uno dei padri del Rinascimento, insieme all’amico Brunelleschi che vedete qui alle mie spalle accanto a Donatello".

Curata in modo brillante e con passione da Francesco Caglioti, la mostra è concepita come un unico progetto su due sedi e mette a disposizione dei visitatori quella che viene più volte definita un’occasione storica per vedere riuniti i lavori di Donatello, da statue entrate nell’immaginario collettivo come il suo David bronzeo, fino a rilievi che hanno rivoluzionato la stessa idea di composizione come "Il convito di Erode", uno dei tanti capolavori esposti. E se al Bargello l’arte rinascimentale è di casa, è affascinante vedere come Palazzo Strozzi, spesso fucina di mostre contemporanee, ha scelto di accogliere Donatello.

"Abbiamo cercato di allestire le opere, cosa che i musei fanno raramente – ha aggiunto Galansino – considerando quello che era il punto di vista pensato dallo scultore. Anche le altezze, il modo di disporre le opere, perché Donatello utilizza la prospettiva di Brunelleschi e Leon Battista Alberti in modo molto più estremo rispetto a loro, superandola. Comprese meglio le invenzioni altrui rispetto anche a chi le aveva inventate e quindi tutte le opere sono state installate seguendo questa precisa indicazione, non soltanto a livello di due dimensioni dei rilievi, ma anche di statuaria".

"Donatello, il Rinascimento", oltre che nelle due sedi museali fiorentine, si estende poi anche nel territorio toscano, dove sono previsti viaggi per scoprire i luoghi dell’artista, sempre alla luce di una lezione che, e la mostra lo sottolinea costantemente, è stata e continua a essere di portata "rivoluzionaria".

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