Dieta ipocalorica: come strutturarla

di Aglaia

Dieta ipocalorica: come strutturarla

La dieta ipocalorica è un regime alimentare che prevede un apporto energetico inferiore a quello richiesto dall’organismo, mirando a creare un bilancio calorico negativo, indispensabile per favorire il dimagrimento e migliorare alcuni parametri metabolici, come: colesterolemia, trigliceridemia, uricemia, glicemia e pressione arteriosa.

Prima di entrare nel merito di come struttura una dieta ipocalorica, è bene ricordare che la dieta ipocalorica propriamente detta, protratta nel tempo, è indicata solo nelle persone in sovrappeso od obese.
Per scopi estetici, invece, non è consigliabile tagliare in modo deciso le calorie; anche se è possibile migliorare la composizione corporea applicando dei leggeri e brevi cicli a regime controllato. Inoltre, qualsiasi ipocalorica dovrebbe essere prescritta da professionisti qualificati,
come dietisti, dietologi o biologi specializzati in nutrizione.

Come strutturare la dieta ipocalorica?
La dieta ipocalorica deve essere personalizzata e bilanciata, considerando l’entità del taglio calorico e la tolleranza soggettiva alla riduzione energetica. È importante adottare approcci flessibili, con tagli moderati e consentendo un consumo di almeno il 20% di alimenti abituali per la persona. La sostenibilità della dieta dipende dalla sensibilità individuale e dalla durata della strategia.
Come abbiamo detto, la dieta ipocalorica deve essere vista come una terapia e, in quanto tale, dovrebbe essere salubre, educativa ed equilibrata, evitando carenze nutrizionali e tenendo in debita considerazione la varietà di nutrienti necessari. In effetti, si tratta di un progetto davvero complesso.

Tra le sostanze nutritive la cui dose giornaliera è più difficile da raggiungere, anche a causa di condizioni che ne determinano un maggior fabbisogno, ricordiamo: ferro biodisponibile, calcio, acidi grassi omega 3 del pesce, vitamina D, folati, vitamina B12 e fibre.

Esistono, inoltre, condizioni più a rischio di malnutrizione rispetto ad altre; ad esempio, la gravidanza, il malassorbimento cronico, l’esclusione di interi gruppi alimentari e i disturbi del comportamento alimentare. Chi rientra in questi casi dovrebbe evitare la dieta ipocalorica.

Per concludere, formulare una dieta ipocalorica corretta è una vera e propria sfida, che richiede conoscenze approfondite ed esperienza. Sono fondamentali sia la personalizzazione del regime alimentare proposto, che va fatta considerando le caratteristiche fisiche, abitudini e stile di vita della persona, sia la partecipazione attiva e collaborativa del paziente stesso.

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