"Abbiamo cominciato a raccogliere tutte le informazioni possibili e a confrontarle con le immagini che le famiglie delle persone rapite ci hanno inviato, grazie all’intelligenza artificiale e al riconoscimento facciale siamo riusciti a localizzare 66 ostaggi, purtroppo alcuni sono morti, ma altri sono ancora vivi, e noi li stiamo cercando", ha spiegato a Fanpage.it Refael Franco, Ceo di Code Blue ed ex vicedirettore della Direzione nazionale informatica, che sta supervisionando la war room a Tel Aviv.
La war room è stata creata l’8 ottobre," subito dopo l’attacco ci siamo messi al lavoro per rintracciare gli ostaggi". Oltre 100 esperti di sicurezza informatica e dell’intelligence israeliana analizzano volti, sfondi, o l’angolazione del Sole per localizzare le persone rapite. Utilizzano anche i video pubblicati da Hamas, che sui social sta portando avanti una campagna del terrore appendendo bodycam sul petto dei miliziani e filmando le esecuzioni.
Il team della war room ha raccolto oltre 300.000 immagini che poi confronta con le 700 fotografie inviate dalle famiglie delle persone rapite, grazie all’intelligenza artificiale e al riconoscimento facciale trovano le corrispondenze e cercano di localizzare gli ostaggi. "Per fare questo lavoro abbiamo messo nella stessa stanza persone con competenze diverse", esperti di sicurezza, di intelligence open source, hacker che collaborano con la divisione di cyberintelligence dell’esercito israeliano, e Duvdevan, la sua unità antiterrorismo sotto copertura.
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