Le parole dello scrittore Maurizio de Giovanni per Napoli, a un anno dalla pandemia.
" Napoli non è adatta al distanziamento, non lo è urbanisticamente non lo è caratterialmente, non lo è emotivamente, non lo è economicamente. Napoli è basata sulle relazioni è basata sulle connessioni, queste connessioni sono selvatiche e sono milioni, in una città stretta, sovrapposta, sedimentaria. Quindi questa condizione di coma indotto, questa condizione di distanziamento imposto, Napoli la vive malissimo, malissimo. Reagisce, tende a reagire. Io, anzi, sono sorpreso perché io avrei pensato…sono positivamente sorpreso sono piacevolmente sorpreso perché avrei pensato a reazioni diverse e ben prima, invece Napoli regge, regge perché si rende conto della provvisorietà della condizione. Ma una condizione provvisoria non può durare in eterno l’emergenza è emergenza, in quanto emergenza non può diventare una condizione altrimenti è in contrasto con il concetto stesso. Manca poco, i vaccini vanno per fortuna velocemente, l’economia è allo stremo ma quella che deve tornare è la fiducia dei cittadini. Cioè, io non posso aprire i negozi se la gente ha paura di andarci, questo è il punto. Quindi bisognerà lavorare sui sentimenti una volta di più, bisognerà lavorare sulla fiducia, bisognerà lavorare sulla paura, bisognerà lavorare per risolvere questo tipo di barriera".
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