Roma, 14 giu. (askanews) – La lunga carriera di Danny Glover è stata coronata in questo 2022 da un premio umanitario alla serata degli Oscar: riconoscimento del suo operato sullo schermo ma anche come attivista.
La star di "Arma letale" ne ha parlato da Cagliari dove era ospite del Filming Italy Sardegna festival. I film che mi hanno più influenzato sono quelli dove vedevo persone che mi somigliavano. Ma non solo. Da bambino nel 1965 avevo 9 anni quando ci furono le manifestazioni contro il segregazionismo negli autobus di Montgomery. E io mi chiedevo chi fosse questa gente, vedevo mia madre e mio padre che li guardavano con gli occhi incollati alla tv, guardavano queste persone che usavano il loro corpo, le loro gambe per fare qualcosa di eroico.
Glover si è impegnato tutta la vita contro il razzismo e per la tutela dei diritti degli afroamericani, ma è anche attivo a favore dei sindacati e in politica estera, ed è un sostenitore storico del partito democratico, sebbene abbia poi criticato aspramente l’amministrazione di Barack Obama sostenendo che aveva differenze solo di facciata con i governi repubblicani.
Fra i suoi successi, la saga "Arma letale", dove interpretava Roger Murtaugh accanto a Mel Gibson, ma anche "Il testimone" di Peter Weir e "Il colore viola" di Steven Spielberg ma è stato anhce narratore di documentari sulla schiavitù e sui diritti afroamericani.
"Non sarei diventato un attore se non fossi stato un attivista all’università. Non sarei diventato un attore se non fossi stato coinvolto nelle questioni che riguardano la giustizia. All’inizio mi occupavo dell’apartheid in Sudafrica, tanto che molti pensavano che fossi sudafricano. Ma le questioni sudafricane riguardavano tutto il mondo. Oggi penso che che sono stato abbastanza fortunato da poter fare le cose che amo, e parlare dei temi che mi stanno a cuore".