Milano, 18 gen. (askanews) – Ma ora con la Brexit (e il Covid) tutto è cambiato. E così, l’iconico vagone che trasportava sotto il tunnel i passeggeri dal Vecchio continente all’Isola, ora è una compagnia da salvare. Da Londra i vertici della compagnia chiedono aiuto al governo britannico. Ma Eurostar, che ha perso l’85% dei suoi passeggeri nel 2020, ha altri due difetti: è un’azienda francese in Inghilterra, quindi non è aiutata dagli inglesi, e non è aiutata dai francesi perché è in Inghilterra.
E se per l’Eurostar anche il coronavirus, non soltanto la Brexit, ha inferto un colpo quasi mortale, per altre categorie di business l’uscita britannica dall’Unione europea è indubbiamente molto pericolosa. A partire dai pescatori britannici che erano tra i più forti sostenitori della Brexit. Ora iniziano a capire che l’uscita significa nuovi costi e burocrazia: un grosso problema, poiché la Gran Bretagna esporta la maggior parte del pesce pescato dalle sue barche. Mentre si moltiplicano le proteste davanti al Parlamento.
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