Abbiamo steso sui balconi le nostre speranze, con la paura che non tutto sarebbe andato bene. Ci siamo uniti nelle nostre case, cantando e tifando per un’unica grande squadra: l’Italia. Oggi stendiamo al cielo la bandiera di un Paese ferito, ma che intravede la fine di un incubo. In quel tricolore c’è lo spirito di un popolo capace di rialzarsi anche quando tutto sembra finito che non scappa di fronte alle difficoltà ma si esalta, mostrando con orgoglio quanto vale davvero. L’abbiamo fatto all’indomani del più grande conflitto della storia dell’uomo, guidati da Vittorio Pozzo, da chi una guerra l’ha combattuta davvero, come tenente degli alpini.
Nel ventennio più buio della nostra storia abbiamo sollevato al cielo per due volte la Coppa del Mondo e avremmo continuato a farlo se il destino non ci avesse privato della squadra più forte di sempre. Con quello spirito di compiere imprese impossibili abbiamo toccato il cielo per la terza volta, proprio quando il più grande scandalo del nostro calcio gettava un’inquietante ombra sul Paese. Trascinata dai gol di chi fu accusato di aver truccato una partita ed era sul punto di mollare tutto, quella Nazionale ha cancellato ogni paura dai nostri cuori, feriti da anni di violenze di piazza e terrorismo, regalandoci non solo la vittoria più incredibile di sempre, ma restituendoci l’orgoglio di essere italiani. Con la voglia di fare squadra per vincere la partita più difficile, l’Italia oggi è ripartita. Questi 26 ragazzi torneranno a farci esultare, gioire e piangere, tutti insieme, inseguendo un sogno per il quale chi ha l’azzurro nel cuore non smetterà mai di lottare, perché, come la storia di questi colori insegna, solo uniti si conquistano le vittorie più belle.
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