In campo ha sempre dato tutto, anche a 13 anni, quando giocava nella piccola squadra della Grumellese e sua nonna, a fine gara, gli portava un panino col salame per fargli recuperare le energie. Aveva iniziato a centrocampo, prima da mediano, poi spostato sulla fascia ma fu l’allenatore dell’epoca, Alessio Pala, a vedere in Andrea Belotti le doti del goleador. Rinunciò a 400mila euro di ingaggio pur di giocare nel Palermo, in Serie B, dove iniziò a far conoscere il suo talento: "Stavo scommettendo su di me e dando al denaro il valore che per me ha sempre avuto. Prima viene il mio bene, poi il denaro”. Col Torino è diventato non solo uno degli attaccanti più forti della Serie A, ma il capitano e leader tecnico. In araldica il gallo simboleggia il guerriero che combatte senza paura. E Belotti è proprio così, in campo tanto spietato davanti alla porta quanto umile nella vita privata. Questa è la storia di Andrea Belotti.
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