Milano, 8 set. (askanews) – Un nuovo museo a Milano, che unisce l’archeologia, l’architettura e l’arte, dall’antichità al contemporaneo. La Fondazione Luigi Rovati ha aperto al pubblico il proprio Museo d’arte: due piani e oltre 250 opere, con una forte componente etrusca, che dialoga con Picasso, Giacometti, De Chirico o Andy Warhol. E anche con l’intervento di restauro, ampliamento e riqualificazione del palazzo di Corso Venezia realizzato dallo studio dell’architetto Mario Cucinella.
"Le architetture del piano ipogeo – ha detto ad askanews Giovanna Forlanelli, presidente della Fondazione Rovati – vanno in contrasto, oppure a sposarsi con gli interni ottocenteschi del primo piano, il piano nobile, che sono i due piani del percorso espositivo, in un contrasto di cromie e reperti che spaziano dalle opere site specific dei grandi artisti contemporanei fino all’archeologia, con opere del VI secolo. Per poi arrivare nella sala di Ontani al pezzo più antico della collezione, che è una statua in legno cinese che data 3.000 a.C".
Il tema dei confronti e dei contrasti è centrale nel progetto, e vive di continui rilanci, che portano a momenti di epifania artistica, come nel caso della sala che ospita un grande intervento di Giulio Paolini, da sempre alla ricerca di un dialogo totale con la classicità, riversata nel presente. Nello stesso modo l’architettura dello piano ipogeo ricrea lo spazio ideale delle tombe etrusche di Cerveteri, con le cupole che arrivano fino al giardino del palazzo, altro elemento profondamente milanese.
"Ci troviamo sotto queste cupole in pietra serena – ci ha spiegato l’architetto Cucinella – che rappresentano anche l’idea di uno spazio tenebroso, entriamo in uno spazio-tempo nel quale non ci sono né spazio né tempo, che è anche una metafora di questa visione del mondo etrusco che progettava il futuro immaginando un altro mondo".
"La relazione con la città – ha aggiunto la presidente – per noi è importantissima. La nostra hall per noi è una piazza e l’idea con Mario Cucinella era quella di dare continuità tra il Planetario Ulrico Hoepli e l’ingresso verso il nostro giardino".
Oltre alle opere della collezione il Museo d’arte offre anche due spazi per le mostre temporanee, inaugurate da una sala che ospita il lavoro, sempre toccante, di Sabrina Mezzaqui, che qui ragiona sul tema della scrittura, ancora una volta in un dialogo a distanza con la scrittura etrusca, di cui il museo conserva importanti testimonianze. Perché il senso della cultura attraversa la storia in modi sempre diversi e, alla fine, ricompone una possibile forma di umanesimo. "La Fondazione ha come valore ultimo l’utilità sociale – ha concluso Giovanna Forlanelli – tutto il progetto è fatto per i cittadini, non solo per quelli di Milano, ma anche per quelli del mondo".
Il Museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati presenta poi uno shop curato da Johan&Levi e un Café bistrot, entrambi affacciati sul giardino.