Da spia a presidente, l’ascesa al potere di Vladimir Putin

Da spia a presidente: chi è davvero Vladimir Putin? Era la notte di Capodanno del 1999 quando il popolo russo, convinto di assistere al discorso di fine anno del presidente Boris Eltsin, si trovò davanti un allora ancora poco conosciuto Vladimir Putin. Ma da dove arriva Vladimir Putin? Putin nasce nel 1952 a San Pietroburgo, allora Pietrogrado, da una famiglia di origini umilissime. Il giovane Vladimir cresce con un sogno molto particolare, quello di diventare un agente segreto: ci riuscirà, facendosi assoldare nel KGB dove si dimostrerà molto bravo, tanto da essere mandato a lavorare nella Germania dell’Est, a stretto contatto con la Stasi. Con la fine dell’URSS e la nascita della nuova Federazione Russa, Putin tornò a San Pietroburgo per tentare la scalata politica nell’amministrazione cittadina. Approfittò della sua posizione per stringere rapporti con i ricchi privati, con gli ufficiali alla sicurezza e persino con la criminalità organizzata. In breve tempo divenne uno dei favoriti per l’establishment russo, che in un paese completamente allo sbaraglio come era la neonata Federazione Russa, significava avere come amici i veri padroni del paese. Divenne il capo del FSB e, nel 1999, fu nominato primo ministro. A questo punto della storia Putin era era temuto e rispettato tra i palazzi del potere, ma ancora praticamente sconosciuto al popolo russo. L’occasione si presentò a Putin con la guerra in Cecenia, e con gli attentati che ne conseguirono. Putin incolpò subito i terroristi dell’accaduto, promettendo al popolo russo che li avrebbe annientati con ogni mezzo necessario. Lo fece usando parole dure, anche volgari, ricordando a tutti le sue origini da uomo comune. Uno dei suoi primi atti da presidente ad interim fu quello di fare visita alle truppe russe in Cecenia, per poi da lì far partire un’altra guerra: quella agli oligarchi russi, rei di essersi arricchiti sulle spalle del popolo russo. Stava nascendo con Putin una nuova Russia, che aveva l’obiettivo di risvegliare l’orgoglio perduto e riprendersi quello che la sconfitta della Guerra Fredda e il successivo assoggettamento all’Occidente aveva tolto al grande popolo russo.

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